Ambiente

Tumori, il 9% tra bambini e ragazzi contrae patologie nei siti inquinati

Scritto da administrator

Vivere in zone inquinate comporta un aumento dei tumori maligni del 9% tra 0 e 24 anni. Questo è quanto emerge da un’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, che conferma come «l'eccesso di incidenza di patologie oncologiche rispetto alle attese riguardi anche i giovani tra 20 e 29 anni residenti nei cosiddetti siti di interesse nazionale, tra i quali si riscontra un eccesso del 50% di linfomi Non-Hodgkin e del 36% di tumori del testicolo».

Qual è la situazione dei più piccoli? Per quanto riguarda, in generale, le ospedalizzazioni, «l'eccesso è del 6-8% di bimbi e ragazzi ricoverati per qualsiasi tipo di malattia rispetto ai loro coetanei residenti in zone non contaminate». Per quanto riguarda i neonati, poi, «vi è un eccesso di ricoverati del 3% per patologie di origine perinatale rispetto al resto dei coetanei. E un eccesso compreso tra l'8 e il 16% per le malattie respiratorie acute ed asma tra i bambini e i giovani», sottolinea Ivano Iavarone, primo ricercatore Iss e direttore del centro collaborativo OMS Ambiente e salute nei siti contaminati. «E' necessario – spiega l'esperto – proseguire la sorveglianza epidemiologica nelle aree contaminate, basata su metodi e fonti informative accreditati, per monitorare cambiamenti nel profilo sanitario in relazione a sorgenti di esposizione/classi di inquinanti specifici e per verificare l'efficacia di azioni di risanamento».

Inoltre è stato verificato come nelle zone contaminate sia presente un eccesso di mortalità per tutte le cause pari al 4% negli uomini e al 5% per le donne. Questi dati sono stati raccolti nell’arco di sette anni (dal 2006 al 2013) e dovranno essere approfonditi «in ognuno dei territori considerati, anche con la collaborazione delle istituzioni, con gli amministratori locali e la società civile» spiega Pietro Comba, responsabile scientifico del progetto Sentieri, che in 360 pagine di rapporto esplora caratteristiche e problematiche di 45 siti di interesse nazionale o regionale presenti in tutta Italia. «I dati da noi prodotti – conclude Comba – servono sostanzialmente a capire quali sono gli interventi di risanamento ambientale più utili e urgenti a fini di tutela della salute»

Riguardo l'autore

administrator