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La rassegna stampa di SPIN (11-11-2015)

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Scritto da Super User

rassegnaSulle prime pagine di tutti i quotidiani questa mattina il caso De Luca, indagato per corruzione, la scomparsa dello statista tedesco Helmut Schmidt e il dibattito sulle candidature alle prossime elezioni amministrative.

 

E poi: ultimatum di Cameron all’Europa; Putin licenzia il capo dell’antidoping; crescita dei posti fissi; scandalo sull’olio extravergine. 

 

Scomparso André Glucksmann.

Politica

Sul fronte politico interno si discute delle candidature per le elezioni amministrative della prossima primavera. Francesco Verderami sul Corsera spiega come nel centro-destra c’è chi vorrebbe Salvini candidato a Milano, mentre a Roma si pensa ancora all’appoggio ad Alfio Marchini, contrapposto alla candidatura di Giorgia Meloni. 

Stefano Folli su Repubblica racconta delle strategie del premier Renzi, il quale ha lasciato intravedere la sua preferenza per la candidatura a sindaco di MIlano di Giuseppe Sala. Un altro problema del premier è quello di “allargare l’area di consenso del Pd. I sondaggi lo danno fisso al 32-33% su scala nazionale”.

Sul Mattino intervista a Renata Polverini: “Berlusconi è schiacciato su Salvini, parta dal Sud la rivolta anti-Lega”.

La Repubblica intervista Stefano Fassina, fuoriuscito dal Pd “Se perderanno i ballottaggi non sarà colpa nostra”. Nel frattempo si è dimesso l’ennesimo commissario alla spending review.

Paolo Baroni su La Stampa: “Ecco perché in Italia la spending review è una missione impossibile. In otto anni sono cambiati 4 esperti incaricati di ridurre la spesa pubblica, ma la politica si è sempre messa di traverso perché i tagli sono impopolari o costringono ad alzare le tasse”. 

Esteri

Si ricorda la figura di Helmut Schmidt, scomparso ieri all’età di 96 anni.

Danilo Taino sul Corsera: “Un grande del ‘900, amato in Patria e fuori, che affrontò terrorismo e Guerra Fredda”.

L’ultimatum di David Cameron all’Europa: “Meno Europa o noi usciamo”.

Enrico Franceschini su Repubblica: “Quattro condizioni per scongiurare il Brexit, riguardo: welfare, moneta, regole e opt-out”.

Sergio Romano sul Corriere della Sera: “Il futuro dell’Europa si gioca a Londra. Bisogna impedire ai paesi che rifiutano l’integrazione europea di imporre la propria volontà su chi invece la auspica”. 

Economia

Tiene banco ancora la manovra economica. Dino Pesole sul Sole 24 ore ipotizza lo scenario di un via libera “a tempo” da parte di Bruxelles: “Per i conti italiani si aspetta una promozione europea a tempo, con probabile rinvio a marzo per un giudizio complessivo”. Padoan fiducioso: “Dall’Unione Europea mi aspetto un sì per quanto riguarda la flessibilità. Nel frattempo l’Istat certifica la ripresa in ambito lavorativo.

Sul Corsera: “Da gennaio 371mila contratti stabili in più per l’effetto di sgravi fiscali. Calata, se pur di poco, la disoccupazione”.

Dario Di Vico nelle medesime pagine racconta del caso della provincia di Verona: “La piccola America del lavoro, qui i senza lavoro non superano il 5%. A spiegare un dato così positivo una serie di fattori, tra cui la verticalità dell’economia veronese”.

Tim Cook, numero uno di Apple, intervistato da Paolo Ottolina sul giornale diretto da Luciano Fontana. “Sulla privacy possibili disastri in futuro per i dati concessi dagli utenti ai colossi della Rete”.

Giustizia

Il tema del giorno è l’indagine per corruzione aperta a carico del governatore della Campania Vincenzo De Luca.  Fiorenza Sarzanini sul Corsera: “La sentenza che permise a De Luca di rimanere governatore potrebbe essere stata truccata. Indagati insieme a De Luca alcuni uomini del suo staff e la giudice del tribunale di Napoli, Anna Sconamiglio”. Il verdetto che sarebbe stato truccato riguarda la sospensiva della legge Severino che consentì a De Luca di mantenere la carica di governatore. Repubblica riporta le dichiarazioni dello stesso De Luca: “Estraneo all’accusa, pronto a chiarire tutto”. 

Su Il Giornale, commento di Arturo Diaconale sul caso Mantovani. Indicativo il titolo: “Due pesi e due giustizie. Garantisti coi teppisti rossi, manettari con Mantovani”. Si legge: “La presunzione di corruzione, in sosteanza, è più grave dell’aggressione riconosciuta agli agenti”.

Nelle stesse pagine anche Andrea Camaiora, esperto in litigation pr, prende spunto dal caso Mantovani per svolgere un’analisi sull’abuso della carcerazione preventiva in Italia: “Il 34,5% dei detenuti è in custodia cautelare in carcere, nonostante essa dovrebbe essere una extrema ratio. Molti dei detenuti in attesa di giudizio sono poi risultati innocenti, con un risarcimento riconosciuto da parte dello Stato”.

Michele Ainis sul Corsera: “In Italia anche se si è assolti, per l’opinione pubblica c’è sempre un però. Il caso delle dichiarazioni di Ingroia su Mannino è sintomatico di questa mentalità”. 

 

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