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La rassegna stampa di SPIN (19-01-2016)

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Scritto da Super User

rassegnaLe notizie di oggi

 

Timori per lo scontro Italia-Ue. Bruxelles: non abbiamo interlocutori. Renzi: faccio sul serio. Preoccupazione del Quirinale.

 

Studentessa derisa dai compagni si getta dal balcone.

 

Dai verbali del sindaco pentastellato di Quarto emerge che i vertici del partito di Grillo – in particolare Roberto Fico – erano al corrente di ciò che avveniva a quarto e non espulsero mai il consigliere Giovanni De Robbio, nonostante le insistenti richieste di Rosa Capuozzo.

 

Offensiva degli speculatori, banche a picco. MPS -14%.

 

Respingimenti italiani ai confini con l’Austria. Anche la Croazia pronta a blindare le frontiere.

 

Tennis truccato, la cupola in Italia. Denuncia della Bbc, Djokovic rivela: ho rifiutato una combine.

 

Unioni civili, frenata sulle adozioni gay.

 

Statali, assenteisti senza stipendio. Poi i licenziamenti. Nella riforma direttive vincolanti ai dirigenti, previste sanzioni in caso di mancato controllo.

 

Unione europea

 

Sul Sole 24 Ore torna a farsi sentire il commissario economico Moscovici: «è un malinteso, l’Italia ha usufruito più degli altri della flessibilità. Nessuna offensiva di Juncker, solo una questione di caratteri».

 

Il Foglio con Marco Valerio Lo Prete: «Renzi scopre quanto è difficile andare alla guerra con Bruxelles quando si è troppo soli a Roma e in Europa».

 

Il sottosegretario agli affari Europei, Sandro Gozi, al Mattino: da Bruxelles parole inusuali. Con Mogherini niente di personale. Abbiamo posto sul tavolo una serie di questioni per cambiare l’Europa, i problemi si risolvono trattando nelle giuste sedi. Su migranti e vincoli di bilancio si torni a trattare.

 

Sul Giornale, Francesco Cramer dà voce a Berlusconi: «svelato il bluff. L’Italia non conta più nulla».

 

Centro sinistra

 

Verdini parla alla presentazione del libro di Massimo Parisi al Tempio di Adriano, a Roma. Bocciata la nomina di Carrai e annunciata una crescita del gruppo di Ala da 17 a 30 parlamentari. Annunciata l’alleanza col Pd alle prossime Politiche. Sul Corsera ne scrive Marco Galluzzo.

 

Nelle stesse pagine la reazione della minoranza dem, attraverso le parole di Davide Zoggia: «Verdini con noi è contro natura. Combatteremo per la nostra storia».

 

La nomina di Carrai a capo della cyber security viene contestata un po’ da tutti: non solo Verdini esprime critiche ma anche Roberto Speranza, Gasparri e Romani di Forza Italia e il deputato di Sinistra, Alfredo D’Attorre.

 

Rimpasto?

 

Per il Corsera, Dino Martirano spiega le mosse. In pole position per la commissione Giustizia, l’Ncd Nico D’Ascola. Ai lavori pubblici derby tra Stefano Esposito e Raffaele Ranucci (PD).

 

Al governo: Enzo Amendola (Pd) sarebbe il nuovo viceministro degli esteri. Antonio Gentile (Ncd) tornerebbe al governo. Al ministero degli affari regionali, Dorina Bianchi o Enrico Costa che verrebbe sostituito al posto di vice ministro della Giustizia da Gabriele Albertini.

 

Casa Boschi

 

Da Libero e Fatto Quotidiano nuova offensiva contro il papà del ministro Boschi: si incontrava con Flavio Carboni (P3) mentre il governo se la fa col massone Verdini.

 

Immigrazione

 

Su Repubblica, a firma Vladimiro Polchi. Allarme del Viminale: traffico di migranti da Tirana alla Puglia. Hotspot di Pozzallo e centri di accoglienza nel Nord est dopo la chiusura delle frontiere in Austria e nei Balcani.

 

In un francobollo su La Stampa la posizione del premier ceco Zeman: «Impossibile integrare i musulmani».

 

Crolla l’impianto accusatorio contro il generale Mori

 

Leggere Bianconi e Facci su questa incredibile svolta prodotta in appello dal procuratore generale Roberto Scarpinato.

 

Filippo Facci su Libero: «Dal processo Mori sulla Trattativa, sparisce la Trattativa. Nel processo Mori-Obinu, l’accusa ha rinunciato all’aggravante mafiosa e ha dimezzato le richieste di condanna per Mario Mori e Mauro Obinu: solo 4 anni e sei mesi per il primo e 3 anni e sei mesi per il secondo».

 

Scrive Bianconi sul Corsera: «Se non è una rottura con la vecchia impostazione perché non si crede più a quella trama, poco ci manca: in ogni caso è una marcia indietro che fa dimezzare la pena e allarga l’immagine di solitudine in cui sembra precipitato il processo in corte d’assise». E ancora: «se Mori è ancora imputato è perché ha rinunciato alla prescrizione, puntando a un’assoluzione piena. Tanto più adesso che è caduta l’aggravante della trattativa».

 

Il Tempo intervista con Luca Rocca il generale: «Spero non ipotizzino malvagità, parlano i miei 40 anni di carriera».

 

Affari esteri

 

Libia, Haftar blocca il governo di unità. Renzi chiama al sisi. Colloquio col leader egiziano per salvare l’intesa Onu. Gentiloni: «se richiesto, l’Italia pronta all’azione militare». Così Repubblica con Vincenzo Nigro.

 

Sul Corriere, Francesco Battistini: «Anche la Germania è pronta all’intervento in Libia ma manca il governo di unità. Fervono le trattative a Tunisi: in ballo 22 poltrone da ministro e 44 da vice. Molte le rivalità».

 

Il Giornale con Gian Micalessin la vede così: «Il sì tedesco all’intervento in Libia isola l’Italia. Si ripropone l’incubo del 2011 quando l’Italia fu messa alle corde».

 

19 gennaio 2000. Morte di Craxi

 

Sul Giornale, l’intervento di Stefania Craxi: «ancora una volta mancheranno gli esponenti di una sinistra vecchia e nuova che con la sua storia ed eredità non vuole proprio fare i conti».

 

Chiesa

 

Sul Foglio, Giuliano Ferrara: «Quanto è luterano Papa Francesco. I confini della misericordia e la scelta pastorale (dalle vaste conseguenze ideologiche) di non occuparsi dell’innocenza dei bambini non nati. Cosa si capisce del cristianesimo moderno dal libro giubilare del Papa».

 

Roma

 

Molteplici interviste di Roberto Giachetti. Ne segnaliamo due. A Tommaso Ciriaco, su Repubblica, dice: «Sel e Marino partecipino alle primarie. Le olimpiadi sono un’opportunità, ma serve discontinuità col passato».

 

Sulla cronaca romana del Corsera Giachetti dice: da Sel errori e contraddizioni. Gli elettori di sinistra mi sceglieranno. Il candidato del Pd: contro di me pregiudizio ideologico, a Milano nessun veto su Sala.

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