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La rassegna stampa di SPIN (06-10-2015)

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Scritto da vocealta
rassegnaDalle prime pagine di oggi

 

L’Italia bombarderà Isis. Tornado pronti ad azioni in Iraq, cambiano dunque le regole d’ingaggio della nostra partecipazione alla coalizione anti terrore. La Nato alla Russia: stop ai raid in Siria.

 

Rivolta contro i licenziamenti assalto ai manager Air France. Dirigenti costretti a fuggire seminudi per il taglio di 2900 posti. Abiti strappati e cancelli sfondati

Nobel per la Medicina a scienziati che curano le malattie dei poveri

 

Arriva la flessibilità su misura per le pensioni, pagata con un prestito dalle imprese. Si tratta di lasciare il lavoro prima, con un provvedimento limitato ad lacune particolari categorie di lavoratori e attuato con meccanismi diversificati. Le soluzioni includono il cosiddetto prestito pensionistico: dalle aziende 800 euro al dipendente fino alla maturazione dei requisiti, anticipo poi da restituire con una trattenuta mensile.

 

Polemiche, contenute ai giornali di area centro destra, per il riscatto pagato dall’Italia per la liberazione di due ragazze , Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Si parla di 11 milioni, mentre il ministro Gentiloni in aula disse: nessun riscatto.

 

Gesti sessisti & riforme

 

Barani e D’Anna sospesi, attacco a Grasso. Secondo i puniti, sono troppi 5 giorni di sospensione, secondo i grillini, troppo pochi. Fabrizio Caccia ne scrive sul Corsera. Intanto la riforma costituzionale procede: ieri 163 sì al voto sull’articolo 6.

 

Il senatore Vincenzo D’Anna spiega la sua posizione a Tommaso Ciriaco, su Repubblica. «La grillina Lezzi aveva appena compiuto un gesto volgare contro di noi. Anche Verdini è infuriato. D’ora in poi non ne faremo passare una a Grasso, ha fatto Ponzio Pilato».

 

Il Pd – annota Giovanna Casadio nelle stesse pagine – tiene una linea morbida. «Non sono i soli da punire, la pena minima è ok». Sanzionati anche i grillini Airola e Castaldi.

 

Sempre su Repubblica, Stefano Folli presta attenzione al “fattore Denis”: «svuota la destra e può disarmare la minoranza Pd»: «la funzione di Verdini sarà svuotare il mondo berlusconiano un passo dopo l’altro, testimoniando l’emergere della nuova realtà reanziana. Realtà in cui alla sinistra interna rischia di essere destinato un ruolo residuale, mentre il consolidarsi di un inedito alleato di centrodestra, debole nei voti ma saldo nei numeri parlamentari, potrebbe diventare il segnale che i vecchi equilibri sono saltati». Analisi corretta ma un po’ troppo cauta perché in realtà è già così.

 

I conti di casa li fa il Sole 24 Ore che traccia il bilancio: «la maggioranza tiene sul voto segreto. Sui ‘trasformisti’ è polemica Bersani – Guerini. L’ex leader: si sviliscono i valori del centro sinistra. Il vice segretario: non alimentare tensioni».

 

«Riforma confusa. Non mi piace affatto». Sull’essenza della riforma richiama l’attenzione il Fatto Quotidiano con un’ampia intervista al professor Alfonso Celotto, docente di diritto costituzionale all’università di Roma Tre e – come sottolinea il giornale diretto da Travaglio – «ha un incarico governativo da consigliere, ma dissente». Lui dice: «Ho già lasciato il mio posto alle attività produttive (sviluppo economico, ndr). Federica Guidi si comporta come un padrone, io non sono un suddito».

 

Opposizioni

 

Tommaso Labate riferisce di un incontro segreto domenica ad Arcore tra Salvini e Berlusconi. L’azzurra Licia Ronzulli sarebbe ufficiale di collegamento insieme al leghista Giancarlo Giorgetti. Labate vede dietro alla cortina fumogena alzata sull’incontro la conferma che vi sarebbe un accordo solido. Si vedrà.

 

Ampio l’articolo di Amedeo La Mattina per La Stampa che conferma l’incontro Berlusconi-Salvini ma che, contrariamente a Labate, vede confusione: «Nessun accordo su chi guiderà il centrodestra, divergenze anche sulla candidatura a sindaco di Milano».

 

Su Il Giornale, Fabrizio De Feo si dedica al retroscena incentrato sul rinnovo della squadra italo forzuta al Sud. E se Salvini riprenderà presto a girare il Meridione, il leader azzurro ha gli occhi puntati sui coordinatori nelle regioni della ‘bassa Italia’. Domani, invece, Berlusconi presiederà la riunione del gruppo dei senatori a palazzo Giustiniani e in serata a palazzo Grazioli incontrerà i cento amministratori locali campani che hanno seguito Nunzia De Girolamo rientrando in FI. Giovedì vedrà a cena gli europarlamentari. Focus sulle prossime elezioni di Napoli e sul congresso PPE a Madrid dal 20 al 22 ottobre.

 

Alessandra Longo intervista Gianfranco Fini che nega di aver subito lo scacco matto all’assemblea della fondazione An: «La destra delle Meloni? Copia sbiadita dei lumbard»; «Fratelli d’Italia non raccoglie il consenso di An»; «il miglior alleato del partito totalizzante di Renzi non è Alfano o Verdini, ma il centrodestra incapace di essere alternativa di governo»; «gli ex colonnelli di An sono ossessionati da me, mi tirano in ballo per esorcizzare il loro senso di colpa».

 

Giustizia

 

Ancora una volta, Piergiorgio Morosini – componente Csm per Magistratura democratica – apre a regole nuove e più severe a proposito di porte girevoli tra magistrati e politica. Lo fa in un articolato e interessante intervento su Il Fatto Quotidiano.

 

Informazione

 

Scrive il Messaggero, con Claudia Marincola: «Rai, è caos stipendi. Via i tetti ai dirigenti (ma non per tutti). Nel corso dell’estate l’azienda ha ripristinato alcune delle retribuzioni ridotte in base al decreto Monti sui 240 mila euro. Interrogazione del renziano Anzaldi. Da viale Mazzini fanno sapere: decisioni in base ai criteri di mercato».

 

Economia

 

Il vice ministro allo sviluppo economico, Carlo Calenda, parla alla Stampa e annuncia: «Pensiamo a incentivi per convincere le aziende a ritornare in Italia, ma dobbiamo semplificare i meccanismi. Produrre in Italia è un valore, per questo le imprese tornano. Abbiamo due progetti pilota in Veneto e Puglia». E aggiunge: «entro fine anno partiremo con un board unico per la moda che racchiuda tutta l’industria per semplificarne i processi e le relazioni tra i diversi attori».

 

Accordo storico di libero scambio nell’area Pacifico, 40% del Pil globale. Ne scrive su Repubblica, Federico Rampini: «Tra gli effetti il ridimensionamento del potere commerciale cinese. Polemica per la clausula che consente ai privati di fare causa agli Stati se ritengono di essere stati colpiti nei propri diritti»­.

 

Il commento di Carlo Calenda, riportato in una intervista sul Sole 24 Ore: «per l’Italia è un’ottima notizia. La creazione di un’area di libero scambio tra Usa e Pacifico non potrà che facilitare i negoziati tra Europa e Stati Uniti». Insomma, una spinta al TTIP. A firma Paolo Bricco.

 

Daniele Manca intervista Marina Berlusconi dopo l’acquisto di Rcs Libri da parte di Mondadori: «crediamo nell’Italia e investiamo. Contro la crisi bisogna essere grandi. Siamo editori da 25 anni, pensi a tutto quello che abbiamo pubblicato, pensi a come ci siamo comportati con Einaudi». E sull’antitrust: «nel mondo siamo sotto il trentacinquesimo posto».

 

Esteri

 

Jet russi sconfinano. Monito Nato. I Mig di Mosca intercettati nello spazio aereo turco. Ankara convoca l’ambasciatore: «abbatteremo gli intrusi».

L’Italia bombarderà Isis. Per il Corsera se ne occupa Franco Venturini. «Dopo le forniture di armi ai curdi e i voli di ricognizione». Domani avremo commenti e approfondimenti.

 

Intanto nelle stesse pagine Fiorenza Sarzanini dedica spazio alla vicenda degli 11 milioni per Greta e Vanessa. Ne scrive sul Giornale, Gian Micalessin: «il capolavoro di Renzi in Siria è il regalo ai terroristi. Il governo ha sempre smentito, ma ora un gruppo jihadista racconta: per le due cooperanti pagato un mega riscatto. Il gruppo che ha preso il bottino è coinvolto nelle stragi di cristiani».

 

Religione

 

Sul Fatto Quotidiano, Gian Luca Roselli contrappone il cardinale africano Sarah e il tedesco Kasper, protagonisti del Sinodo.

 

Nelle stesse pagine, bella intervista di Carlo Tecce al cardinale Gualtiro Bassetti (Perugia), molto vicino a Bergoglio: «L’omosessualità è cosa seria, non se ne parla in enoteca». Il cardinale nega la rappresentazione mediatica del Sinodo, boccia Charamsa e conferma la linea misericordiosa di Francesco.

 

Sul Foglio, Giuliano Ferrara invoca un «Sinodo laico»: «il matrimonio non è mai stato intrinsecamente corroso, svuotato e quasi annullato come sta avvenendo oggi in occidente. È un ritratto sfigurato. E non è un problema di catechismo, è un problema di vita».

 

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