Dress Codes

La rassegna stampa di SPIN (05-10-2015)

rassegna
Scritto da vocealta

rassegnaAlcune notizie principali segnano le prime pagine dei quotidiani odierni.

 

Si apre il Sinodo sulla famiglia con una Chiesa ancora scossa dallo scandalo Charamsa.

 

Sulla Costa Azzurra si abbatte la tempesta più violenta mai vista e provoca 17 morti. Colpite Cannes, Nizza, Lourdes,

 

Una piccola ‘rivoluzione’ attesa da anni per evitare l’evasione fiscale: dal 2016 il canone Rai sarà in bolletta e verrà modestissimamente ridotto (da 116 a 100 euro).

 

Mondadori acquista Rcs Libri, nasce il colosso dell’editoria italiana.

 

Politica

 

Repubblica mette in luce come Renzi mostri apprezzamento per il comportamento tenuto dal leader Ala ed Ezio Mauro apre il quotidiano con un titolo inequivoco: “Renzi su Verdini: «Così aiuta l’Italia». Tagli Ires dal 2016”. Ancora più esplicito il Fatto Quotidiano: Renzi-Verdini fidanzati in tv. Il premier e l’ex berlusconiano in stereo suggellano il patto sulle riforme”.

 

Paola Di Caro per il Corsera scrive del Verdini show in tv, sulle note di Modugno: «la maggioranza sai, è come il vento…». Il leader Ala promette: appoggerò la legge sulla giustizia.

 

Miguel Gotor replica nelle stesse pagine: «la lontananza resti quella tra lui e il Pd. Il nucleo toscano verdiniano rischia di portare il partito verso una collocazione neo centrista che taglia le radici uliviste».

 

Diversi quotidiani si concentrano sul tema della formazione politica. Tra essi, Il Giornale, con un ampio articolo di Paolo Bracalini e un’intervista di Gian Maria De Francesco a Giovanni Orsina. Il vice direttore della School of Government della Luiss: «Non ci sono più strutture che fanno crescere i giovani, per selezionare la classe dirigente serve meritocrazia. Oggi invece si fa politica a colpi di tweet».

 

L’Unità concede spazio a Marta Rapallini, presidente dell’istituto Gramsci toscano: «una nuova formazione politica per una nuova identità: «se vogliamo che un progetto politico ritorni a parlare alle persone è necessario partire dalla realtà, come diceva Gramsci, e ridefinire il senso e la ragione del riformismo». In sintesi – prosegue – «bisogna ripartire dalla formazione politica per tutti e non solo per le giovani generazioni».

 

Il Sole 24 Ore si concentra con Trovati sul rebus dei dipendenti delle province. «Solo 7 regioni a statuto ordinario hanno riorganizzato le funzioni. C’è una situazione di stallo dopo la pubblicazione del decreto che fissa i criteri per la mobilità».

 

Sui lavori parlamentari ‘scossi’ a palazzo Madama da un presunto gestaccio del capogruppo di Ala, Barani, interviene – intervistato da Monica Guerzoni, sul Corsera – il senatore Vincenzo D’Anna che critica il presidente Grasso per la sua incapacità di tenere l’aula, rilancia le accuse agli esponenti grillini (in particolare alle donne) e che, sul richiamo all’essenza di padri costituenti, risponde sarcastico: «certo, anche quando la grillina Taverna chiama prostituta la Boschi, o quando Castaldi mi dà del parassita sociale. Io dichiaro 750 mila, lui non arriva a 15 mila… i parassiti sono loro. Pupi nelle mani di Grillo e Casaleggio».

 

A Napoli, Bassolino si prepara a correre ma De Luca frena. Ritornano i vecchi attriti. Ne scrive sul Corsera, Marco Demarco: «Napoli è in evidente difficoltà. Luigi de Magistris è messo male, seppure meno peggio di un anno fa».

 

Assemblea della fondazione An. Fini e Alemanno volevano utilizzare la cassa per lanciare un nuovo soggetto di destra. Ha vinto il fronte che metteva insieme Meloni, Gasparri, Matteoli. Se ne occupa ampiamente il Tempo che con Michele De Feudis intervista con maestria Pietrangelo Buttafuoco, molto duro sugli esponenti dell’ex An.

 

Nelle stesse pagine colpisce un ampio articolo firmato da Pietro De Leo, un passato che da Berlusconi arriva proprio all’entourage di Fini con l’esperienza scissionista e fallimentare di Futuro e Liberà, che critica così duramente «l’ultima sconfitta di Gianfry, il fu leader finito in pensione. Voleva tornare protagonista muovendosi dietro le quinte ma ancora una volta ha sbagliato tempi e alleati».

 

Editoriale di Gianmarco Chiocci: «An è morta, fatevene una ragione. E lasciate in pace chi è convinto di poter risorgere: non sa quant’è pesante il masso della memoria sul sepolcro della destra che fu e che proprio lui contribuì ad annientare».

 

Economia

 

Il Messaggero fa emergere una situazione preoccupante. I conti dell’Ilva vanno sempre peggio. Da luglio a settembre sono stati bruciati 150 milioni di euro. Da gennaio, 400. Sarà la concorrenza spietata di un mercato in sovrapproduzione, sarà che i clienti – tra incidenti, sequestri, dissequestri, blocchi delle forniture, gestione commissariale – non si fidano più e temono ritardi nelle consegne, sta di fatto che la situazione dell’Ilva è ormai insostenibile. Ed è ancora una volta corsa contro il tempo, per cercare di salvare quello che pochi anni fa era il secondo gruppo siderurgico europeo. I commissari trattano con le banche un’altra linea di credito.

 

Mondadori compra i Libri di Rcs. L’articolo, a firma Massimo Restelli, è sul Giornale: il gruppo di Segrate pagherà 127,3 milioni. Rizzoli fa cassa e dribbla l’aumento di capitale. A giugno Rcs aveva debiti netti per 526 milioni contro l’obiettivo di 440 fissato per fine anno.

 

Nelle stesse pagine, Alessandro Gnocchi osserva: nel mercato c’è ancora posto per tutti, il successo non è direttamente proporzionale alla grandezza dei marchi.

 

CorriereEconomia, “Assicurazioni auto: l’importanza di un codicillo”: dal 18 ottobre non sarà più obbligatorio esporre il contrassegno assicurativo sul parabrezza della propria vettura. Saranno Tutor, Telepass, autovelox, Ztl a incrociare le banche dati. Meno burocrazia per i consumatori e più rispetto delle regole in un Paese in cui 4 milioni di autovetture non sono assicurate (il 9%). Peccato però che nessuna delle telecamere è abilitata all’emissione della multa. Occorre modificare il ddl sulle liberalizzazioni in discussione alla Camera. Ma con quali tempi? Oppure con un decreto legge del governo. Il nodo, insomma, è ancora da sciogliere.

 

Il Giornale apre sulle “tasse dell’era Renzi” e attacca: il premier vende sogni in tv, meno imposte e crescita Pil, mentre è in arrivo l’eurobalzello sulle multinazionali.

 

Di diverso avviso, l’Unità: “Meno poltrone, meno tasse”. Manovra fiscale con abolizione Tasi e riduzione Ires alle imprese già dal 2016. Canone Rai a 100 euro in bolletta. Sanità, si tagliano sprechi e mille incarichi, non le visite.

 

Intervista su CorriereEconomia all’ad del fondo russo che dice all’Italia: lasciateci investire un miliardo. Siate veloci, siete un partner importante. Interessati a Sia e Valvitalia, possiamo portare occupazione. Abbiamo liquidità ma non c’è un buon clima, la diplomazia va separata dall’economia: è un bene anche per voi.

 

Nelle stesse pagine Danilo Taino illustra la nuova strategia anticrisi di Berlino, oltre Volkswagen: meno protezionismo. In crisi il modello che lega manager, sindacati, politica.

 

Massimo Sideri dedica un commento agli svantaggiati della banda larga, ancora sul Corsera.  È stato osservato come Italia, Turchia e Sudafrica sono gli unici Paesi dell’area Europa-Africa a non registrare tassi di crescita superiori al 10%. Un articolo che merita di essere letto.

 

Repubblica intervista con Roberto Mania il ministro per lo sviluppo economico, Federica Guidi: «Nessuna retromarcia sulla spending review: risparmi per 10 miliardi. Giusto tagliare le tasse sulla casa, alle imprese abbiamo già dato. Ma la decontribuzione va confermata».

 

Sinodo

 

Franca Giansoldati sul Messaggero. Il Papa dice che la Chiesa non chiude le porte ma pesa la questione gay.

 

Giacomo Galeazzi su La Stampa: «I vescovi parleranno di omosessualità ma senza mai toccare il caso Charamsa».

 

Ilario Lombardo intervista sul caso Charamsa, Roberto Formigoni: «la castità ci rende migliori. Charamsa è solo superbo». Poche parole riferite bene dall’intervistatore.

 

Esteri

 

Tripletta su La Stampa. Intervista al ministro Gentiloni, firmata da Antonella Rampino: «Con la Russia nessuno scambio. Siria e Ucraina sono partite diverse. Via Assad, ma no a vuoti di potere».

 

Gianni Riotta scrive della corsa faticosa – ad handicap – di Clinton e Bush per le primarie americane. Gli analisti classici li accreditano vincitori in primavera ma l’emergere di altre figure e la loro difficoltà ad affermarsi dice qualcosa di nuovo sull’America di oggi.

 

Articolo su Donald Trump – a firma George Stephanopoulus – che dice: «nessuna restrizione alla vendita di armi, non è un problema di leggi ma di malattia mentale». E poi tagli alle tasse e stop all’accoglienza ai migranti.

 

Massimo Gaggi sul Corsera mette in evidenza lo ‘scisma’ tra Hillary e Obama con la prima che prende le distanze dal secondo.

 

In Portogallo il centro destra sfiora la maggioranza assoluta. Gli exit poll indicano una chiara vittoria del premier Coelho. Socialisti staccati di otto punti. La cura della trojka ha fatto bene a Lisbona: recessione finita, economia ripartita e antipolitica contenuta. Sul Messaggero, a firma Paola Del Vecchio.

 

Dal passato. Stefano Zurlo sul Giornale recensisce «La notte di Sigonella», volume edito da Mondadori e firmato Bettino Craxi. Nel libro documenti d’epoca, rapporti segreti e testi del premier socialista che svelano tutti i retroscena del braccio di ferro tra Roma e Washington. Attesa intanto per la prossima settimana a Roma la presentazione del docu-film su Sigonella. Ennesima iniziativa dell’inarrestabile Stefania Craxi e della fondazione da lei presieduta.

 

Riguardo l'autore

vocealta