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La rassegna stampa di SPIN (02-10-2015)

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Scritto da vocealta

rassegnaAperture diversificate sui quotidiani nazionali per i diversi temi: la strage nel college americano, lo ‘scippo’ all’Italia del delegato Onu in Libia, il fronte siriano, la vendita di Grom a Unilever e naturalmente il primo via libera a palazzo Madama alla riforma del Senato. Accuse usa a Putin: colpiti i ribelli addestrati dalla Cia. E ancora: le banche d’affari studiano Intesa, Unicredit, Mps. Lo sbarco in Messico di Eni che brucia tutti i concorrenti. Copertina dell’Espresso dedicata a «Bruxelles corrotta, Europa infetta»: tangenti, sprechi, inefficienza, istituzioni al servizio di lobby potenti e occulte. I vizi pubblici della capitale ricordano quelli di Roma. E affossano la fiducia dei cittadini nell’Unione.

Politica

 

Addio al vecchio Senato. La maggioranza approva l’articolo 1 della riforma costituzionale: cancellato il bicameralismo perfetto. In Aula un massimo di 177 sì, favorevole in blocco il gruppo di Verdini. Oggi l’esame sull’articolo 2 sul tema dell’elettività dei senatori, il premier rinuncia a blindare il testo. Ma il presidente del Senato riduce gli scrutini segreti e le opposizioni insorgono.

 

Monica Guerzoni sul Corriere descrive la difficoltà vissuta dal presidente Grasso, destinatario di molteplici pressioni, che alla fine si è arreso a Renzi e Boschi.

 

Intanto dalle colonne del Fatto quotidiano, l’ex ministro Clemente Mastella avverte i centristi: resterete a casa. «Non si illudano di aver trovare una zattera, Renzi vuole mano libera».

 

Nuova cittadinanza. Su Repubblica, Vladimiro Polchi firma un importante pezzo riguardante le simulazioni sugli effetti in discussione alla Camera. Avremo ottocento mila nuovi italiani e dal secondo anno 60 mila in più ogni 12 mesi.

 

Ilario Lombardo su Il Secolo XIX descrive Roberto Cociancich, l’autore del ‘doppio canguro’ che ha mandato in tilt forzisti, leghisti e grillini e che è uno dei pochi fuori del Giglio magico a godere della fiducia del premier.

 

Il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, si occupa delle donne, diritti e lavoro: «i congedi parentali per i padri lavoratori non hanno ancora prodotto gli effetti sperati».

 

Ignazio Marino trova spazio sul Messaggero: «Il Papa non doveva rispondere». Chi poteva pensare a gaffe su gaffe? Lui sì e quindi non a caso sul Corriere il sindaco di Roma viene castigato. Antonio Macaluso scrive di «ricaduta di Marino» e afferma: «il saldo della sua gestione è assai negativo e asfaltato da un mix di arroganza e furbizia». E ancora: «di sicuro Marino ha una gigantesca considerazione di sé stesso e alla bufera risponde con un nuovo annuncio: il 6 novembre ritorna a New York». 

 

Nelle stesse pagine, anche Matteo Orfini scarica Marino e dice: «Papa Francesco per me è infallibile». Infallibilità del Papa, dunque.

 

Sul Giornale, Adalberto Signore scrive del piano del premier per prendersi viale Mazzini.

 

Nelle stesse pagine – per la verità è l’apertura del quotidiano di Sallusti – si legge di «furbetti rossi» come Nichi Vendola. L’ex governatore ha cancellato i vitalizi ai consiglieri regionali ma lui si ‘ritira’ con tre anni di anticipo e più di 5 mila euro al mese.

 

Su Repubblica articolo breve ma significativo di Carmelo Lopapa: a parte un paio di conferme, cambieranno la prossima settimana i coordinatori regionali, è quindi previsto il rilancio della fondazione Einaudi e si ipotizza un ruolo da portavoce per Nunzia De Girolamo.

 

Partito il piano di rilancio di Enrico Letta che «lancia la sua scuola di politiche tra Roma e Bruxelles» come scrive Francesca Schianchi su La Stampa. 

Emergenza idrogeologica

 

Tornano le alluvioni: promessi 9 miliardi e spesi 50 milioni. Olbia finisce sommersa come 2 anni fa: il ponte ricostruito fa da tappo e va abbattuto.

 

Esteri

 

Annuncia la strage sui social e al college uccide 13 persone. È accaduto negli Usa, in Oregon.

 

Con due settimane di ritardo, trova conferma l’ipotesi anticipata da Carlo Panella: la Russia non è in Siria per fare la guerra a Isis ma per assicurarsi una volta per tutte lo sbocco sul Mediterraneo. E gli Usa restano spiazzati, come da settimane si scrive – in maniera anche poco elegante – nei confronti di Obama.

 

Su Repubblica, Eugenio Scalfari intervista Romano Prodi che dice: «Obama si rassegni, non si fa la guerra per procura, aiutiamo l’esercito di Assad». E ancora: «Solo Draghi spinge sull’Unione europea. Singolare la collera di Renzi di fronte alle critiche della commissione».

 

Spazio su Avvenire alle parole del Santo Padre: «sui migranti l’accoglienza non basta. C’è anche un diritto a non lasciare la propria terra».

 

Renzi all’Onu. Il Fatto attacca il portavoce del premier: photoshop che cancella le poltrone vuote.

 

Maurizio Belpietro si occupa nel suo editoriale di una delle notizie del giorno. Quarantotto ore fa sui giornali campeggiava la candidatura di Matteo Renzi per un ruolo chiave dell’Italia in Libia. Bernardino Leon è effettivamente stato sostituito ma da un tedesco, Martin Kobler.

 

Economia

 

Eni sbarca in Messico con lo sviluppo di tre giacimenti offshore. Sul Sole 24 Ore. Fine del monopolio della locale compagnia di Stato dopo la svolta della ‘Reforma energetica’. La multinazionale italiana è la prima a entrare nel Paese dopo 77 anni di monopolio. Le stime parlano di 800 milioni di barili di olio e 14 miliardi di metri cubi di gas associati.

 

Il colosso anglo olandese Unilever – proprietario anche di Algida – acquista Grom. Guido Martinetti e Federico Grom spiegano le loro ragioni sul quotidiano La Stampa.

 

Su l’Espresso, Fabio Chiusi: «Il web russo è un gulag. Putin usa contro la Rete gli stessi sistemi con cui il Kgb spiava i dissidenti. E così uno strumento di libertà è diventato un mezzo di ipercontrollo. La denuncia in un libro. Il programma del governo si chiama Sorm: attua un monitoraggio continuo di mail e social network senza passare dalla magistratura ma con la complicità di chi possiede i server».

 

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