Con l'incertezza dell'Italia sulla Tav «rischiamo di perdere circa 75 milioni al mese di finanziamenti europei». Queste le parole del commissario alla Tav Paolo Foietta, in un'intervista a QN in cui ha spiegato che «Per chiudere i cantieri, metterli in sicurezza, restituire i soldi all'Europa e fare fronte ai contenziosi servirebbero fra i 2,5 e i 4 miliardi. Ai quali aggiungere circa 1,7 miliardi per rimodernare la vecchia linea del Frejus, che ha oltre 150 anni. In tutto quasi 6 miliardi, a fronte dei 2,9 miliardi necessari per portarla a termine». «Da Palazzo Chigi nessuno si è fatto sentire. Avevo chiesto un incontro. O, quanto meno, avevo sollecitato il ministro Toninelli a venire sui cantieri per fargli toccare con mano ciò che è stato fatto. Forse si sarebbero evitate alcune bufale», ha detto Foietta. Una bufala, secondo il commissario, è che non sia stato realizzato nemmeno un metro del tunnel: «Abbiamo già completato quasi 30 chilometri di tunnel, il 15% del totale», afferma. Un'altra è che sia l'opera più costosa di sempre: «La Verona-Innsbruck costa 8 miliardi. La Napoli-Bari 6,2. La Tav 4,7». «In questi anni sono state già realizzate sette analisi costi-benefici, tutte positive. Due sono state firmate dall'Ue e una dall'Inea, riconosciuta unanimemente come la migliore d'Europa», ha proseguito Foietta. «La Commissione non decide nulla. La Tav è prevista in un trattato internazionale autorizzato dal Parlamento. E solo il Parlamento puo' azzerarlo», ha sottolineato ancora il commissario. «Non ci sono scuse tecniche per non fare la Tav, la decisione è tutta politica. C'è un partito di maggioranza contrario all'opera. Vada in Parlamento e trovi un accordo per non farla. Ma dobbiamo essere seri: non si annulla un trattato internazionale con un post».
Intervenendo sull’argomento questa mattina durante un’intervista a Mattino 5 il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ha dichiarato che «Anche Salvini, con cui ho un ottimo rapporto, vedrà l'analisi costi-benefici» sulla Tav, «siederemo ad un tavolo e prenderemo una decisione nel rispetto del contratto di governo». Secondo il ministro i dati in suo possesso dicono che l'opera va completata: «I conti che ha fatto Salvini, quando ci incontreremo bevendo un caffé, glieli chiederò anche io, perché non corrispondono a quelli effettivi».
Dal canto suo Carlo Calenda, intervenendo a “I Lunatici” su Radio2, afferma che la TAV «si deve fare. Ma possiamo stare a discutere dopo che sono iniziati i lavori? Siamo un Paese che ha bisogno di infrastrutture energetiche e di trasporto ferroviario. Questo Governo ha fermato tutti gli investimenti. Non si fa così, questo non è un modo di governare seriamente un Paese. Noi abbiamo sicuramente commesso tanti errori, ma invito gli italiani a pensare alle cose».