Economia

Facebook e altre grandi aziende sostengono Libra, la nuova moneta virtuale

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Il mondo delle criptovalute continua a ritagliarsi uno spazio sui mercati per quello che non è più solo un’dea futuristica ma un fenomeno attuale. Facebook, la celebre impresa di social networking, ha pertanto deciso di supportare uno di questi progetti, in concorrenza all’egemone Bitcoin, ovvero Libra, la nuova moneta che già viene sinteticamente chiamata “la moneta di Facebook”.

Libra è una moneta virtuale in formato digitale sulla base di un registro unico detto blockchain gestito da un’associazione no profit, la Libra Association (composta da 27 soggetti del mondo finanziario, business e tecnologico, tra cui Facebook), cosa che la differenzia inoltra da tutte le altre autorità monetarie legate a una banca centrale. Il suo valore sarà ancorato ad un paniere di attività che ne garantiscono la stabilità e l’adeguamento al costo della vita, per un cambio col dollaro pari 1 a 1. Le altre monete (ad esempio l’euro) saranno automaticamente rapportate a tale valore con gli stessi meccanismi che regolano i cambi internazionali di monete.

L’associazione che detiene e gestisce Libra si impegna a garantire il valore della moneta sulla base di valori reali e non virtuali e non potrà “stampare moneta” a proprio piacimento, ma dovrà acquisire moneta o titoli di stato per creare la nuova valuta. Per spendere e conservare le Libre si potrà disporre di un’app wallet (che si chiamerà Calibra).

Il successo sarà dettato dall’utilizzo che di questa ne faranno negozianti, prestatori di servizi e siti in rete. Un motivo di sicurezza potrebbe essere garantito dai soggetti che compongono il consorzio che, oltre Facebook, vede attivi Vodafone, Spotify, MasterCard, Visa, PayPal, Uber e eBay.

Alessandro Greppi, membro del comitato scientifico Siat, sostiene che «La necessità di una sua introduzione nasce dal fatto che Bitcoin non ha soddisfatto in particolare uno dei requisiti tipici della moneta ovvero rappresentare una riserva di valore, data la fortissima volatilità dei prezzi».

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