Giustizia Quotidiana

La metamorfosi di Vietti

All’interno del Consiglio superiore della Magistratura si sta registrando più di una tensione. I fattori, d’altra parte, ci sono tutti. Prima il parere espresso da una delle commissioni, in favore della decadenza del componente laico in quota Lega Nord, Matteo Brigandì. Poi la sentenza del Tar che prevede la decadenza di un altro componente, questa volta togato in quota Md, Vittorio Borraccetti, contro cui tuttavia palazzo dei Marescialli si oppone. Infine la decisione dell’ufficio di presidenza del Csm di discutere nella commissione presieduta da Borraccetti già questa settimana l’emendamento del leghista Pini sulla responsabilità dei giudici a proposito della quale, dalle colonne di questo giornale è intervenuto anche il  segretario generale di Magistratura indipendente, Cosimo Maria Ferri.
Nei corridoi del Consiglio superiore ora sono in molti a parlare di una vera e propria “metamorfosi” di Michele Vietti, il laico in quota Udc chiamato a presiedere – in qualità di vice di Giorgio Napolitano – l’organo di autogoverno della magistratura. Nonostante l’Udc sia oggi all’opposizione, Vietti ha infatti ricoperto l’incarico di sottosegretario alla Giustizia dal 2001 al 2006 nel governo Berlusconi ed erano in molti ad attendersi da lui un cambio di atteggiamento rispetto al democristiano di sinistra Nicola Mancino.
Invece Vietti, secondo le considerazioni svolte non soltanto dai componenti laici di centro destra del Csm, avrebbe agito sia nei “casi” Brigandì, Borraccetti e Pini sempre agevolando la linea portata avanti dai componenti togati più vicini alla sinistra.
Difficile dire se ciò corrisponda al vero. Di certo, rispetto alla scelta di esprimersi sull’emendamento leghista c’è solo che l’opinione espressa al consigliere di Unicost Paolo Auriemma secondo cui “è la legge che consente al Csm si esprimere pareri sui disegni di legge concernenti l’ordinamento giudiziario” è non da oggi al centro di polemiche. Sono in molti infatti a sostenere che il parere del Consiglio superiore possa essere espresso solo dopo precisa richiesta del Guardasigilli.
E se la commissione presieduta da Borraccetti – come hanno paventato i consiglieri laici di centro destra – si spingesse ad affermare o anche solo a ventilare l’incostituzionalità del provvedimento? Ciò non rappresenterebbe una ingerenza del Csm nelle prerogative di altri organismi, primo fra tutti il Presidente della Repubblica?
D’altra parte è anche difficile pensare che Vietti possa aver agito senza aver preventivamente informato dell’iniziativa lo stesso Napolitano, che del Csm è presidente. Se di metamorfosi davvero si tratta, quindi, potranno dirlo soltanto i prossimi accadimenti che si verificheranno a piazza Indipendenza.

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