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Antonio Fazio torna a parlare in pubblico: banche, Bce, ripresa economica e Brexit

antonio fazio
Scritto da redazione

antonio fazioA 11 anni dal suo addio dalla carica di governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio è tornato a parlare su un palcoscenico pubblico, intervenendo al convegno dal titolo “Ruolo delle fondazioni bancarie; banche, direttive europee, economia reale” organizzato a Roma dalla fondazione Formiche e dal team di comunicazione strategica Spin. Tanti i temi affrontati dall’ex governatore, a partire dall’attività di vigilanza esercitata sul sistema bancario italiano, oggi affidata alla Banca centrale europea, secondo uno schema che non convince Fazio: “Quando la vigilanza era esercitata dalle banche centrali nazionali i risparmiatori italiani non hanno mai perso una lira – ha detto -. La vigilanza sulle banche deve avere natura preventiva, ma per fare questo il vigilante deve stare sul territorio del vigilato. Qui invece tutto viene centralizzato a Francoforte. Se guardiamo agli Usa, la vigilanza non la fa mica la Fed di Washington, ma le Fed dei vari distretti territoriali”.

Ad ogni modo, nessun pessimismo sulla generale stabilità delle banche del nostro Paese: “La grande fiducia nel sistema bancario italiano è anche alla base dell’alto risparmio privato”. Con il supporto di una lavagnetta, Fazio ha spiegato con grafici e numeri alla platea presente al Centro studi americani gli sviluppi dell’economia italiana e mondiale negli ultimi anni: “Dopo la crisi gli Stati Uniti hanno investito 3200 miliardi di dollari, sono tutti rientrati: il pil è cresciuto dell’11%”, ha dichiarato, aggiungendo che in Italia, al contrario, “l’economia è caduta del 5%, con un crollo del 25% della produttività: un quarto della nostra industria è andato a farsi benedire”.

L’ex inquilino di Palazzo Koch (dal 1993 al 2005) si è mostrato critico anche nei confronti dell’inerzia adottata dalle istituzioni europee nei riguardi dell’enorme surplus commerciale di Germania e Olanda, fonte di squilibrio che “assorbe i risparmi dall’estero e crea deflazione, e quindi disoccupazione in Europa”. Ma la cosa di cui occorre prendere atto il più in fretta possibile è che “è impossibile risollevare la congiuntura economica solo con la politica monetaria” e che questa “deve mirare alla stabilità dei prezzi, degli affari ma anche dell’occupazione”. Infine un commento sul referendum sulla Brexit, sul quale i cittadini britannici saranno chiamati ad esprimersi domani: “La permanenza della Gran Bretagna nell’Unione europea sarebbe un bene sia per l’area euro, sia per il resto del mondo, perché è indubbio che ciò che fa bene alla Ue fa bene a tutti”.

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