Politica

A Taormina si “combatte” per l’Italia dei comuni

Si terrà a Taormina, il 7 e 8 maggio, la II assemblea programmatica dell’ANCI Giovani (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Il titolo che si legge sulla locandina è emblematico: “Dopo la crisi, il combattimento delle idee”.  
Ne parliamo con il suo presidente, che è anche considerato un astro nascente della politica italiana.  
Andrea Di Sorte, quello slogan appare come una minaccia. Ma contro chi volete combattere?
Combattimento significa ‘combattere’, ‘competizione’. Proprio per questo abbiamo deciso di intitolare il meeting così: noi giovani siamo in competizione nell’attuale società con le nostre idee, grazie alle quali vogliamo dare un contributo per uscire dalla crisi, una crisi che sembra riaffiorare, ma sulla quale siamo pienamente ottimisti. La ricetta è semplice, investire sui giovani: nella politica, nel mondo dell’imprenditoria, della ricerca e nel mondo economico. Sappiamo che il merito purtroppo non basta, soprattutto per questo dobbiamo combattere.
Spiegaci allora a cosa serve e in che consiste la manifestazione.  
La manifestazione è arrivata al secondo anno consecutivo, grazie al ministero della Gioventù che sostiene tutte le nostre iniziative. La classe dirigente dei comuni italiani è composta al 30% da giovani amministratori under 35. Gli eletti nei governi delle nostre città sono la speranza che ha questo Paese di cambiare. La verità è che mentre nei comuni ci sono molti giovani con importantissimi ruoli di responsabilità, più si sale e più la percentuale si abbassa; esempio sono le amministrazioni regionali ed il parlamento italiano dove sono pochissimi i giovani eletti.
Ci sarà tanta sinistra (Renzi, Chiamparino, Domenici), ma pure esponenti dell’attuale governo come il ministro Giorgia Meloni. Trasversali a tutti i costi?
Trasversali a tutti i costi. Questo è l’ANCI. Dirò di più: nel mondo associativo dei comuni è più facile andare d’accordo con il tuo antagonista politico che con quelli del tuo stesso movimento politico. È una esperienza importantissima. Il vicepresidente dell’ANCI, Osvaldo Napoli, tre anni fa mi disse: “Andrea, se le leggi dovessero essere approvate da una commissione di sindaci si farebbe presto, invece in parlamento tutto si complica”. Questo per dire che la trasversalità di chi amministra tutti i cittadini è una risorsa ed una esperienza determinante per governare il Paese.
Arriviamo al punto dolente: i comuni sono in perenne ribellione. Mancano i soldi. Ma a Roma, per salvare la baracca coi burattini, continuano a tagliare. Chi ha torto e chi ha ragione?
Chi a torto e chi ha ragione… La verità sta nel mezzo, come sempre. In effetti negli anni passati i comuni, come altre istituzioni statali, sono stati protagonisti di evidenti sperperi di soldi pubblici. Anche oggi qualche isolato caso ce lo troviamo dinanzi, come quello di Palermo (inchiesta di Striscia la Notizia). Ma dal 2004 al 2009 i comuni italiani hanno dato un enorme contributo al risanamento della finanza pubblica mentre altri comparti della pubblica amministrazione hanno fatto il contrario. Di recente il governo ha ridotto il numero degli assessori e presto diminuirà quello dei consiglieri comunali. Ma chi pensa a diminuire il numero dei parlamentari? Chi pensa a ridurre le indennità dei consiglieri regionali che ad esempio in Sicilia prendono più di un deputato?
Infine mi auguro vivamente che il ministro Tremonti mantenga l’impegno preso con l’ANCI sul tema del patto di stabilità, perché in vista del federalismo fiscale serve maggiore flessibilità, serve che i comuni virtuosi possano tornare a spendere il prima possibile. Per questo però serve anche l’impegno di molti enti a “darsi una regolata” con i bilanci…
Secondo te, qual è il confine che divide un campanilismo dannoso ed egoista da una sacrosanta e legittima difesa del territorio?
Nel 1989 è caduto il Muro di Berlino e con lui se ne sono andati gli steccati delle logiche politiche. Per cui oggi un uomo nasce libero. Questa libertà i partiti cercano di intercettarla attraverso slogan o provocazioni; per tale motivo la Lega al Nord piuttosto che altri partitini al Sud, per ottenere consensi e voti d’opinione, a volte si smarriscono in campanilismi forse esagerati. In altre occasioni invece riescono a dare un senso alle proprie battaglie e fanno valere quei principi a difesa del territorio e delle tradizioni. Il confine è sottile, ma negli ultimi anni mi sembra che la tendenza sia tirarsi fuori da questi egoismi.
Al centro del dibattito, come hai già accennato, ci saranno anche i giovani. Tu sei un paladino del “nuovo” in politica e tieni particolarmente a cuore questo argomento. Ma non credi che i problemi nascano proprio ad origine? Ovvero in quelle amministrazioni locali che fanno fatica a rinnovarsi?
Ma le amministrazioni comunali si rinnovano eccome. Innanzi tutto si deve tener conto che un sindaco ha il vincolo di mandato: dopo 10 anni deve lasciare per legge. E questo è già un modo per rinnovare la classe politica. E poi come già ho detto, il 30% degli eletti sono giovani e il problema è proprio in questo 30%, perché spesso i sindaci nutrono diffidenza verso i neoeletti e la prima cosa che fanno è affidargli la delega alle politiche giovanili. In realtà i giovani devono occuparsi di altro, portando contributi nuovi ai problemi di sempre. Serve un pizzico di fiducia in più.
L’evento avrà luogo in uno dei posti più incantevoli della penisola. Non è che con la scusa dei comuni si va tutti a trascorrere un piacevolissimo weekend?
Ma no, Taormina è una delle meraviglie di questo mondo, e la cornice giusta per far partecipare i ragazzi. Fare incontri in questi posti è importante perché serve a valorizzarli. Non possiamo fare tutto a Roma o Milano. Grazie all’ANCI vogliamo dar valore ai nostri territori. I consigli nazionali e i direttivi vengono fatti spesso fuori sede.

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