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Convergenza M5S-cdx sulle presidenze delle camere

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Ore decisive quelle che il Paese sta attraversando per regolare gli equilibri nelle due Camere. Le prime sedute con all’ordine del giorno l’elezione dei presidenti sono fissate per domani, e nei palazzi romani si rincorrono i vertici per cercare una quadra. Mentre nei giorni scorsi si dava per assodata una convergenza di centrodestra e M5S che consegnasse la presidenza della Camera ai secondi e quella del Senato ai primi, questa mattina la situazione sembra complicarsi.

Il leader di Fi, Silvio Berlusconi, chiama ancora i suoi a rapporto, in un nuovo vertice che si è tenuto a Palazzo Grazioli, residenza romana dell’ex presidente del consiglio. Oltre a Matteo Salvini e Giorgia Meloni, leader dei due schieramenti alleati di Forza Italia, erano presenti anche Giancarlo Giorgetti della Lega e Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia.

In casa 5 Stelle, invece, Luigi Di Maio, capo politico del Movimento, ha rimandato l’assemblea plenaria con i suoi parlamentari, in attesa di vederci meglio a proposito delle intenzioni del centrodestra. Il partito di Grillo aveva negli scorsi giorni fatto intendere di desiderare uno dei loro, Roberto Fico o Riccardo Fraccaro, alla presidenza della camera bassa, e di essere disposti ad accettare un uomo del centrodestra alla guida della camera alta. Tuttavia non hanno gradito la proposta di Forza Italia che aveva indicato Paolo Romani, per via dei procedimenti legali a carico di quest’ultimo, contrari alle regole grilline. A questo punto Forza Italia sembrerebbe pronta a fornire un nuovo nome e probabilmente, stando a sentire quanto si dice negli ambienti azzurri, potrebbe essere quello di Anna Maria Bernini, avvocato e già Ministro per le politiche europee nell’ultimo governo Berlusconi, adesso senatrice per Fi. I vertici del partito fanno però sapere che continuano a sostenere la candidatura di Romani. Attesa dunque per il parere di Matteo Salvini, che vedrà nel pomeriggio gli eletti del suo partito. La Bernini, in effetti, potrebbe facilmente incontrare le grazie del M5S.

Anche il Pd riunirà gli eletti alle 18, con l’intenzione di modificare i piani finora orchestrati dal M5S e dal centrodestra e riavviare da zero il dialogo sulle presidenze delle Camere. Il partito del premier in carica è al momento alle prese con una difficile partita sui capigruppo, che saggerà il peso delle correnti avverse all’interno dello schieramento.

Negli altri partiti, invece, la situazione è chiara. Fin da subito il M5S ha indicato Danilo Toninelli e Giulia Grillo per guidare i gruppi rispettivamente del Senato e della Camera, mentre Forza Italia ha confermato i capigruppo uscenti, Romani a Palazzo Madama e Brunetta a Montecitorio. Anche la Lega tende alla riconferma di Centinaio al Senato e Fedriga alla Camera, in attesa della formalizzazione della candidatura di quest’ultimo alla presidenza del Friuli-Venezia-Giulia. Meloni lascia a Rampelli il posto di guida del suo gruppo alla Camera, mentre il nuovo gruppo del Senato sarà guidato probabilmente da Ignazio La Russa.

Momenti difficili per Liberi e Uguali, che non ha i numeri per formare un gruppo in nessuno dei due rami del parlamento, con la possibilità di una deroga alla Camera e di entrare nel gruppo misto del Senato. 

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