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GIUSTIZIA: ALFANO PRESENTA LA MEDIAZIONE CIVILE OBBLIGATORIA

“Da oggi prende avvio in forma ufficiale uno dei cardini della riforma del processo civile”. Così il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, presenta la mediazione civile obbligatoria. Obiettivo della riforma è quello di ridurre il numero di cause che approdano ogni giorno in tribunale.
 “La mediazione civile è il nuovo modo per risolvere le controversie e far sì che le parti provino con una stretta di mano, favorita da organismi di conciliazione autorizzati dal ministero della Giustizia, a chiudere in 120 giorni”, spiega Alfano.
 Tempi certi, dunque, “anziché fare la boxe nel ring di un processo. La mediazione è la via rapida e meno costosa per comporre delle liti in 120 giorni, 4 mesi piuttosto che in 100 mesi, i quasi 9 anni di durata di una causa oggi. Se in 120 giorni non chiudono la partita, i cittadini hanno sempre la possibilità di andare davanti al proprio giudice, se la mediazione non giunge a una conciliazione”, sottolinea il Guardasigilli.
“Sono nati 630 organismi di conciliazione in tutta Italia: non c’è una sola provincia d’Italia che veda scoperta la propria zona. E i cittadini possono trovare l’elenco completo consultando il sito www.giustizia.it. L’obiettivo è rendere inferiore alla cifra attuale il numero delle cause che ogni giorno investono i tribunali italiani”.
Nel 2009 le nuove cause civili iscritte nei nostri tribunali sono state, infatti, 5 milioni: “con 4.768 contenziosi ogni 100.000 abitanti, l’Italia è in Europa il quarto Paese per tasso di litigiosità dietro a Russia, Belgio e Lituania”. Da qui la mediazione, “un modello di composizione già in uso presso altre democrazie, dove ha avuto uno straordinario successo. Abbiamo ascoltato tutte le voci in campo” per risolvere il problema dell’arretrato.
“Abbiamo sei milioni di cause civili oggi pendenti e con una strategia molto chiara abbiamo stabilito la possibilità di dimezzare i tempi tra una fase e l’altra del procedimento con la riforma del processo civile. Inoltre abbiamo dato input allo svolgimento dei processi attraverso una grande informatizzazione del processo civile e abbiamo affermato, con il cosiddetto “filtro” in Cassazione, che non tutto e non sempre deve andare in Cassazione”.
“Ora – spiega ancora Alfano – ci sono altre due tappe: la prima è la mediazione, che è il cardine della strategia per ridurre il numero delle cause che entrano in tribunale. L’altro pilastro è il piano di smaltimento dell’arretrato che è già stato depositato in commissione Giustizia al Senato”.
Lo start up prevede tre fasi: quella della volontarietà, “che si è appena conclusa e ora vi e quella dell’obbligatorietà per una serie di materie e poi, dal 2012, la terza fase con il completamento”.
Le materie per le quali entra da oggi in vigore il tentativo obbligatorio di conciliazione riguardano una serie di materie di “diritti reali”, le successioni ereditarie, i patti di famiglia, locazioni, comodato, cause per risarcimenti dei danni causati da colpa medica o riguardanti la diffamazione a mezzo stampa, ma anche contratti assicurativi bancari e finanziari.
Il Guardasigilli, poi, assicura di aver “ascoltato la voce degli avvocati”, che avevano chiesto il rinvio di un anno dell’entrata in vigore delle nuove norme: “abbiamo rinviato l’obbligatorietà per quanto riguarda le liti di condominio e l’infortunistica stradale, che rappresentano il 60 per cento del pacchetto iniziale. Penso che sia stata data prova di ragionevolezza”.
Allo stesso tempo, però, il ministro auspica che gli avvocati “si rendano conto della grande opportunità”. Non solo perché la mediazione darà la possibilità di deflazionare il contenzioso civile, ma anche perché “nessuno impedisce al cittadino di chiamare un avvocato e farsi assistere nella conciliazione”.
“Invito tutti i cittadini – conclude Alfano – a considerare come un’opportunità questo nuovo strumento voluto dal Parlamento e dal governo che favorisce una giustizia civile efficiente. Spero che con il passare dei giorni, tutti si rendano conto della grande chance che questa riforma rappresenta per i cittadini e anche per gli avvocati”.

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