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Decolla l’Aip/ Il Perù guarda all’Asia. Perché l’Italia non guarda al Perù?

E se l’Italia guardasse di più al Sud America e in particolare al Perù? Ci legano alla terra degli Incas importanti legami commerciali e persino il sangue, visto le numerose ondate di emigrati italiani in terra peruviana. Eppure, sembra che all’Italia – Confindustria in testa – tutto ciò non interessa. Dall’altra parte del mondo, però, non stanno certo ad aspettare noi. Perù, Colombia, Messico e Cile sono pronti a sbarcare dall’altro lato del Pacifico. Domani a Lima si getteranno le basi per la creazione della “Area de integracion profunda” (Aip), macroregione di integrazione economica con vista sul mercato asiatico. Sei mesi dopo che il presidente peruviano Alan Garcia aveva lanciato l’idea, i quattro capi di Stato (il colombiano Juan Manuel Santos, il messicano Felipe Calderón e il cileno Sebastian Piñera) si ritrovano a Lima per dare corpo alle indicazioni messe a punto dai rispettivi gabinetti: nel mirino c’è l’integrazione economica, la libera circolazione di beni, capitali, persone e servizi. Ma anche l’elaborazione di strategie comuni per presentarsi in formazione compatta sui sempre più caldi mercati asiatici. In questo senso, tra le ipotesi allo studio, ci sono la creazione di uffici commerciali comuni, di rappresentanze diplomatiche consolari e il disegno a “otto mani” di strategie imprenditoriali per l’export regionale in Asia. Con lo stesso spirito si pensa alla promozione coordinata del turismo, a strategie di azione congiunta per attrarre capitali e investimenti dall’estero. Più che di mercato comune, l’Aip cerca dunque di mettere a regime le potenzialità dell’asse commerciale che corre sul Pacifico. Quello che garantisce alle economie asiatiche – Cina in testa – di sostenere il proprio elevato ritmo di corsa anche con le materie prime dell’America Latina. Restituendo al subcontinente prodotti fini e capitali utili a uscire con più agio dalla crisi finanziaria internazionale. L’Aip darà inoltre alla Colombia la possibilità di tornare a perorare la causa del proprio ingresso nel foro di cooperazione Asia-Pacifico, organizzazione internazionale che dagli Stati Uniti alla Cina, dall’Australia alla Russia, mette in contatto le più importanti capitali dell’economia di domani. L’intesa tra i paesi del dorso occidentale dell’America Latina potrebbe attrarre in futuro anche altre realtà. Garcia – che, in scadenza di mandato, non potrà seguire la sua “creatura” da presidente del Perù – aveva invitato il Panama, e la tentazione potrebbe estendersi presto agli altri paesi dell’America centrale. Tra i quattro paesi dell’Aip esistono peraltro già numerosi accordi: Cile e Colombia hanno siglato un Trattato di libero commercio nel 2009, Colombia e Perù sono membri della Comunità andina delle nazioni (Can) dal 1994; Messico e Cile hanno firmato un Tlc nel 1999, documento che regge le relazioni commerciali tra Perù e Cile dal 2006, mentre un accordo commerciale vige da questo mese tra Messico e Perù. Occorre rilanciare le relazioni tra l’Italia e gli stati latino americani. Occorre guardare a queste economie fresche ed emergenti, con tassi di sviluppo sempre più elevati e tassi demografici che ci riguardano da vicino, visto il sempre maggior numero di peruviani, colombiani, ecuadoriani che vivono e lavorano in Italia. Altrimenti finiremo ancora una volta col veder passare di fronte a noi il treno delle opportunità, dovendo per di più gestire il carico dei disagi.

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