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Cosimo Ferri (Magistratura indipendente) rilancia sullo snellimento dei tempi della giustizia

FERRI
Scritto da vocealta

FERRIVogliamo davvero una giustizia giusta e al passo con i tempi di una società sempre più in rapida evoluzione? È infatti meritevole della massima attenzione l’esigenza del contenimento dei tempi del processo così come statuito dall’articolo 111 della Costituzione e dall’articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, ma le proposte di legge appaiono invece contraddire gravemente il concetto stesso di processo, mirando solo a decretare l’estinzione del giudizio per decorso del tempo e sostituendo, a una giustizia che arriva tardi, una giustizia che non arriva più, ossia la negazione stessa della giustizia. Nonostante i dati e le statistiche del Consiglio d’Europa indichino i magistrati italiani come i più produttivi del Continente, sono quelli di gran lunga più oberati di lavoro, con enormi sopravvenienze annue di nuovi processi: la vera causa dell’imponente arretrato. Il Parlamento, ovviamente, gode della più ampia discrezionalità non solo in materia penale, ma anche nella conformazione degli istituti del processo; ciò nondimeno, come ha da tempo affermato la giurisprudenza costituzionale, sebbene pienamente libero nella costruzione delle scansioni processuali, il legislatore non può tuttavia scegliere, fra i possibili percorsi, quello che comporti, sia pure in casi estremi, la paralisi dell’attività processuale, perché in tal modo si finirebbe col negare la stessa nozione del processo e si contribuirebbe a recare danni evidenti all’amministrazione della giustizia. Occorre scongiurare il rischio, per restare alla giurisprudenza costituzionale, che l’equilibrio fra i principi di economia processuale e gli altri valori sottesi all’esercizio della giurisdizione possa essere solo apparente nelle scelte del Parlamento.

In parole povere sono da respingere quelle soluzioni normative suscettibili di «compromettere il bene costituzionale dell’efficienza del processo, qual è enucleabile dai principi costituzionali che regolano l’esercizio della funzione giurisdizionale», così come affermato dalla Corte costituzionale sin dal 1996. Le misure più opportune a contenere i tempi del giudizio non devono mai ignorare il fatto che il principio di ragionevole durata del processo non può comportare la vanificazione degli altri valori costituzionali che in esso sono coinvolti (C. Costituzionale, ordinanza n. 458 del 2002).

La Magistratura è disponibile al confronto con tutti i soggetti istituzionali per individuare assieme, e rapidamente, quei meccanismi di accelerazione del processo che il Capo dello Stato ci ha più volte stimolato ad adottare nell’interesse esclusivo della Repubblica. In particolare intende offrire, come già in passato, un contributo costruttivo e propositivo per affrontare i nodi della giustizia, e per farla funzionare in tempi fisiologicamente ragionevoli, senza necessità di scadenze: e ciò è possibile attraverso misure, alcune delle quali “no cost”, che incidano sul funzionamento del sistema giudiziario. Nei giudizi penali, depenalizzazione dei reati di minore allarme sociale, con trasformazione degli stessi in illeciti amministrativi; introduzione di forme di definizione anticipata dei processi, sul modello già in uso nel rito minorile e nei procedimenti avanti il Giudice di Pace; riforma del sistema delle notificazioni, oggi assolutamente obsoleto e fonte di pesanti ritardi; revisione di alcune norme processuali, sottese ad apprestare garanzie puramente formali e destinate a essere sfruttate a fini puramente dilatori; nel processo civile, la semplificazione dei riti e un incremento ragionato delle forme di definizione stragiudiziale del contenzioso. Queste sono solo alcune delle misure che potrebbero essere adottate in tempi ragionevolmente brevi, senza costi per l’erario e anzi con notevoli economie di scala.

A tali misure dovrebbero poi aggiungersene altre, necessariamente onerose ma altrettanto indispensabili, come un netto e deciso incremento degli strumenti di automazione e informatizzazione, la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, l’incremento degli organici presso le Corti di Appello, fermo da anni a numeri assolutamente fuori della realtà.

Queste e altre le proposte che, ove accolte, consentirebbero di snellire il sistema e di evitare che lo stesso sia condizionato al rispetto di termini tassativi che oggi, in larga parte dei casi, è impossibile onorare. 

* Segretario generale di Magistratura indipendente (Mi)

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