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Italia-Libia, si riparte sotto il segno di Monti

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Scritto da vocealta

monti_con_il_premier_libicoFase due al via nei rapporti tra Italia e Libia. Con la visita di Mario Monti oggi nel paese, la prima ‘struturata’ di un premier straniero dalla formazione del nuovo governo e la prima fuori dei confini dell’Europa del nostro presidente del consiglio, comincia un nuovo corso nelle relazioni, che si confermano ‘speciali’ tra i due stati. Nuovo corso suggellato simbolicamente dalla firma della Dichiarazione di Tripoli. Un patto con il quale Roma si e’ impegnata a garantire pieno sostegno politico alla Libia in questa fase di transizione. Il documento concordato da Monti e dal presidente del governo transitorio, Abdel Rahim al-Kib, stabilisce che le parti proseguiranno ‘sulla strada degli accordi firmati, guardando al futuro con l’aiuto e il contributo nelle varie attivita’, attraverso commissioni tecniche ad hoc nei vari settori nei due rispettivi Paesi’.

Ispirata ‘alle vittorie della rivoluzione del 17 febbraio’ e, ricordando ‘i martiri che hanno sacrificato le loro vite per permettere liberta’ e dignita’ al popolo libico’, la Dichiarazione di Tripoli riafferma ‘la speranza dei libici di costruire un nuovo Stato basato sulla democrazia, sui diritti umani e nella promozione della pace regionale e internazionale, della sicurezza e dello sviluppo’.

Cosa fara’ l’Italia ? Monti, che era accompagnato dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e dal ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha confermato la disponibilita’ del suo governo a sostenere la Libia nel processo di ricostruzione, ma anche ad avviare una collaborazione nel settore della sicurezza attraverso l’offerta di interventi urgenti e di piu’ lungo termine, in particolare nel campo del controllo delle frontiere e del disarmo e reintegro delle milizie. Le Forze Armate italiane sono pronte ad offrire formazione, expertise e assistenza tecnica. E a tal fine i due ministri della Difesa hanno firmato oggi una lettera d’intenti che prevede appunto un’intesa cooperazione, dall’addestramento dei soldati libici in Italia, tra i 250 e i 300, all’attivita’ di sminamento delle aree a rischio, alla bonifica dei porti, al controllo elettronico dei confini. Ampia collaborazione, particolarmente apprezzata dai libici, anche nei settori umanitario, della sanita’ con l’ offerta di accogliere presso ospedali italiani 1.500 feriti libici, e dell’educazione, attraverso iniziative che verranno di volta in volta concordate.

Nel corso dei colloqui di oggi a Tripoli e’ stato ribadito anche l’impegno per una rapida soluzione della questione dei crediti delle imprese, attraverso la creazione di un apposito meccanismo.Insomma tra Libia e Italia e’ piena sintonia, confermata anche dall’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni, pure lui oggi a Tripoli. ‘”Con i libici va tutto bene”, ha detto. E quanto alla produzione di petrolio, ‘ci si sta riavvicinando al livello prebellico’. “Siamo intorno a 260 mila barili al giorno, quando prima della guerra ci si attestava intorno ai 270 mila”, ha riferito, aggiungendo che l’obiettivo e’ di toccare quota “300mila barili al giorno”. ”Sono 50 anni -ha anche tenuto a sottolineare- che lavoriamo in Africa e non e’ mai successo che un contratto non sia stato rispettato”.

E sul fronte diplomatico dal ministro degli Esteri Terzi e’ arrivato l’invito all’omologo libico Ashour bin Khayal per il prossimo vertice ministeriale del ‘Dialogo 5+5′, che si svolgera’ il 20 febbraio a Napoli. A dare l’annuncio e’ stato lo stesso Monti. Un debutto importante per la Libia del nuovo corso all’incontro che riunira’ i ministri degli Esteri di Francia, Italia, Malta, Portogallo, Spagna, Algeria, Libia, Marocco, Mauritania e Tunisia (i Paesi che aderiscono al Dialogo) oltre a Egitto, Grecia e Turchia. Nell’agenda della missione italiana di oggi a Tripoli in primo piano anche il settore cultura e archelogia. Il nostro paese vuole tornare a riprendere ed eventualmente ad ampliare la collaborazione in questo campo. E a simboleggiare tale violonta’ la restituzione da parte dell’Italia della ‘Testa di Domitilla’, una scultura marmorea trafugata in Libia nel 1990 e recuperata dai Carabinieri.

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