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Tremonti si proclama principe azzurro

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Scritto da vocealta

tremontiLo scorso Martedì 5 Luglio, sul palco dell’antico teatro centrale di Roma, è stato presentato il libro sulle Fondazioni Bancarie scritto da Paolo Messa e Fabio Corsico. Tra gli ascoltatori non si annoverano propriamente personaggi soliti frequentare vernissage letterari, nelle prime file infatti si scorgono dall’ad di Ferrovie Mauro Moretti a quello di Eni Paolo Scaroni, dal Sottosegretario Gianni Letta arrivato con Franco Bernabè a Francesco Gaetano Caltagirone, e al presidente della Cassa Depositi e Prestiti (CDP) Franco Bassanini che però preferisce una posizione più defilata e laterale, da cui ha potuto apprezzare gli elogi di Tremonti per l’istituto da lui guidato. Ebbene questa vasta rappresentanza del potere economico della capitale si spiega con la presenza sul palco di ospiti di tutto riguardo: il presidente dell’ABI Giuseppe Mussari, il presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, Giuliano Amato, Romano Prodi e l’attesissimo Ministro dell’ Economia Giulio Tremonti letteralmente assalito dai giornalisti che lo attendevano fin dalla mattina quando è stata annullata la conferenza stampa sulla manovra economica.

L’argomento del libro è l’evoluzione delle ottantotto Fondazioni bancarie e le modalità con cui viene impiegato il loro mastodontico patrimonio contabile di 48 miliardi di Euro.

Le opinioni che sono scaturite dall’incontro sono state molto interessanti.

Se per Mussari è importante evidenziare non tanto il patrimonio delle Fondazioni ma come questo viene diligentemente amministrato e speso per le attività previste, Guzzetti ha voluto ribadire che il ruolo di sussidiarietà delle Fondazioni non deve mai sconfinare nella supplenza dello stato e delle sue funzioni.

Giuliano Amato ha ripercorso la faticosa evoluzione normativa che a partire dalla legge delega del ’90 che porta il suo nome è arrivata fino alla legge Tremonti del 2001.

Romano Prodi ha preferito sottolineare il ruolo di promozione dello sviluppo economico e sociale che le Fondazioni svolgono in un Paese strutturalmente povero di grandi patrimoni privati.

Giulio Tremonti ha concluso entrando nell’argomento in modo dettagliato ed interessante. Scherzando sulla copertina del libro “Da Frankenstein a Principe Azzurro”, il titolare del Tesoro ha sostenuto che al suo interno «contiene un errore, un enigma e una lacuna».

«Frankenstein – ha spiegato il ministro – è il nome dell’autore e non il mostro».

«L’enigma dovrebbe essere: chi è il principe azzurro? Forse il ministro dell’Economia che fa la vigilanza! E poi la lacuna perché tra passato e futuro è molto importante anche il presente».

Dopo un’analisi di dettaglio dei dati esposti sul libro, Tremonti ha sottolineato come le Fondazioni bancarie siano «strutture che nella logica no-profit integrano l’armamentario sociale di questo Paese» e come si debba auspicare un loro ruolo maggiormente integrato nello stesso.

La recente collaborazione tra CDP e fondazioni nel fondo FIA per il “social housing” è per il ministro – confessando una sua iniziale scetticità – un esempio di “collaborazione positiva” fra enti che andrebbe replicata su altri fronti.

Il titolare dell’Economia ha anche notato come sia evidente la concentrazione delle Fondazioni nel nord del Paese e come questo sia indice della carenza della struttura bancaria del mezzogiorno.

Tremonti ha concluso con una considerazione che ha sicuramente reso contenti i suoi correlatori e forse meno alcuni degli elementi di spicco della platea quando ha operato la distinzione fra privatizzazioni positive e negative includendo le banche e quindi le loro fondazioni fra le prime, mettendo invece nella lista delle cattive quelle fatte a debito, o meglio «quelle fatte a debito per comprare una cosa che c’è già e poi scaricare il debito sulla società e prendere gli utili».

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