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Papa Francesco: Città affronti sfida epocale accoglienza migranti

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Nonostante la pioggia un grande entusiasmo in piazza del Campidoglio per l'arrivo di Papa Francesco. La comparsa di sua Santità e' stata accolta con grande entusiasmo dai tanti fedeli (soprattutto studenti di varie scuole romane) presenti ai piedi della statua di Marco Aurelio, che da sotto gli ombrelli hanno sollevato cartelli inneggianti a Francesco e tirato fuori gli smartphone per riprendere l'evento trasmesso da due maxischermi posizionati ai lati di Palazzo Senatorio.

 

Il Pontefice, atteso dalla sindaca Raggi, e' giunto all'ingresso Sisto IV del Campidoglio da cui è iniziata la visita ufficiale che è culminata con l'intervento in Aula Giulio Cesare e l'incontro con i dipendenti del Comune riuniti nella Sala della Protomoteca.

 

Papa Francesco in occasione del discorso ufficiale pronunciato in aula Giulio Cesare, durante la sua prima visita ufficiale in Campidoglio ha detto:«Sono trascorsi 45 anni da quel Convegno che ebbe per titolo: “Le responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di carità e di giustizia nella Diocesi di Roma”, meglio noto come il Convegno "sui mali di Roma". Esso si impegnò a tradurre in pratica le indicazioni del Concilio Vaticano II e consentì di affrontare con maggiore consapevolezza le reali condizioni delle periferie urbane, dove erano giunte masse di immigrati provenienti da altre parti d'Italia.

 

Oggi quelle e altre periferie hanno visto l'arrivo, da tanti Paesi, di numerosi migranti fuggiti dalle guerre e dalla miseria, i quali cercano di ricostruire la loro esistenza in condizioni di sicurezza e di vita dignitosa. Roma, città ospitale, e' chiamata ad affrontare questa sfida epocale nel solco della sua nobile storia; ad adoperare le sue energie per accogliere e integrare, per trasformare tensioni e problemi in opportunità di incontro e di crescita»

 

«Roma, ha aggiunto il Papa, fecondata dal sangue dei Martiri, sappia trarre dalla sua cultura, plasmata dalla fede in Cristo, le risorse di creatività e di carità necessarie per superare le paure che rischiano di bloccare le iniziative e i percorsi possibili. Questi potrebbero far fiorire la città, affratellare e creare occasioni di sviluppo, tanto civico e culturale, quanto economico e sociale. Non si temano la bontà e la carità! Esse sono creative e generano una società pacifica, capace di moltiplicare le forze, di affrontare i problemi con serietà e con meno ansia, con maggiore dignità e rispetto per ciascuno e di aprirsi a nuove occasioni di sviluppo»

 

Papa Francesco salutando i consiglieri comunali ha detto:«La “Città eterna” è come un enorme scrigno di tesori spirituali, storico-artistici e istituzionali, e nel medesimo tempo e' il luogo abitato da circa tre milioni di persone che qui lavorano, studiano, pregano, si incontrano e portano avanti la loro storia personale e familiare, e che sono nel loro insieme l'onore e la fatica di ogni amministratore, di chiunque si impegni per il bene comune della città».

 

Il Papa ha poi aggiunto «essa e' un organismo delicato, che necessita di cura umile e assidua e di coraggio creativo per mantenersi ordinato e vivibile, perché tanto splendore non si degradi, ma al cumulo delle glorie passate si possa aggiungere il contributo delle nuove generazioni, il loro specifico genio, le loro iniziative, i loro buoni progetti. Il Campidoglio, insieme alla Cupola michelangiolesca e al Colosseo, che da qui si possono vedere, ne sono in un certo senso gli emblemi e la sintesi.

 

Infatti l'insieme di queste vestigia ci dice che Roma possiede una vocazione universale, portatrice di una missione e di un ideale adatto a valicare i monti e i mari e ad essere narrato a tutti, vicini e lontani, a qualsiasi popolo appartengano, qualsiasi lingua parlino e qualunque sia il colore della loro pelle. Quale Sede del Successore di San Pietro, è punto di riferimento spirituale per l'intero mondo cattolico. Ben si spiega perciò che l'Accordo di Revisione del Concordato tra Italia e Santa Sede, di cui quest'anno si celebra il 35° anniversario, affermi che “la Repubblica Italiana riconosce il particolare significato che Roma, sede vescovile del Sommo Pontefice, ha per la cattolicità”».

 

Ed ha concluso «Questa peculiare identità storica, culturale e istituzionale di Roma postula che l'Amministrazione capitolina sia posta in grado di governare questa complessa realtà con strumenti normativi appropriati e una congrua dotazione di risorse. Tutti si sentano pienamente coinvolti per raggiungere l'obiettivo di confermare con la chiarezza delle idee e la forza della testimonianza quotidiana le migliori tradizioni di Roma e la sua missione e perché questo favorisca una rinascita morale e spirituale della città»

 

 

 

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