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La ‘svolta’ di Conte tra Ue-Nato e appelli a sobrietà

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Investimenti, riduzione fiscale, incentivi alle piccole e medie imprese, sostegno alle famiglie. Giuseppe Conte parte da qui, illustrando un programma di governo pensato per il lungo periodo. In un Palazzo Montecitorio blindato per la manifestazione delle destre all'opposizione – ad esclusione di Forza Italia – il presidente del Consiglio ringrazia per prima cosa il Capo dello Stato per il contributo dato alla nascita del governo e annuncia che quella che sta per declamare «non è una mera elencazione, ma una sintesi programmatica che disegna l'Italia del futuro». Un disegno che si sviluppa attorno ai giovani e alle famiglie. Il primo passo è «la cancellazione totale della retta degli asili nido» così da «contrastare la falsa mitologia per cui la cura della comunità familiare, dei figli e degli anziani possa essere di ostacolo a una più intensa partecipazione al mercato del lavoro». Assieme a questo, Conte prevede un «rafforzamento del sistema universitario e della ricerca» finalizzato a fare in modo che le menti più brillanti del paese non siano costrette ad andare all'estero per trovare opportunità di realizzazione e di crescita. Ricerca che fa rima con innovazione, un settore a cui Conte stesso ha voluto assegnare un dicastero dedicato con l'obiettivo di trasformare l'Italia in una vera e propria Smart Nation. Passano da qui il secondo e terzo intervento, citati da Conte: una identità digitale per ogni cittadino nel giro di un anno e l'implementazione della banda larga, vero vulnus dello sviluppo digitale e non solo del Paese. La crescita di cui parla Conte è crescita sostenibile, Green Economy, un punto del programma siglato dai due azionisti del governo, ma al quale i dem tengono particolarmente, tanto che il segretario Nicola Zingaretti vi ha dedicato un intero capitolo della sua mozione congressuale prima della vittoria alle primarie Pd. «Obiettivo primario del Governo sarà la realizzazione di un Green New Deal, che promuova la rigenerazione urbana, la riconversione energetica verso un progressivo e sempre più diffuso ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto ai cambiamenti climatici», spiega il premier. E di derivazione dem sono anche le misure sul lavoro che partono dal promuovere una effettiva parità salariale uomo-donna, «una battaglia da portare a termine il più presto», e passano per la riforma della rappresentanza sindacale «sulla base di indici rigorosi» e la battaglia contro gli infortuni sul lavoro e «lo sfruttamento dei lavoratori, che finiscono in non rari casi con l'essere ridotti in condizioni analoghe a quelle che una volta avremmo definito vere e proprie condizioni di schiavitù».

Ma è sul fisco, che Conte punta i riflettori quando annuncia il taglio del cuneo fiscale, «a totale vantaggio dei lavoratori» e l'istituzione di un «salario minimo» che garantisca «le tutele massime a beneficio dei lavoratori, anche attraverso il meccanismo dell'efficacia erga omnes dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative». Il capitolo 'politica estera' e' quello che contiene più riferimenti, a volte implicitamente critici, alla passata esperienza di governo: il premier batte forte sul tasto della «vocazione euro-atlantica» del governo che ha appena visto la luce e sul quale si dice deciso a declinare il "multilateralismo" dei rapporti internazionali dell'Italia. «Intendiamo continuare a sviluppare i rapporti con i grandi attori globali, – come India, Russia e Cina – e con le aree di maggiore interesse per il nostro sistema produttivo. Tali rapporti, che – anche in prospettiva – riteniamo di fondamentale importanza, dovranno essere declinati sempre e comunque, come ho appena detto, con modalità compatibili con la nostra vocazione euro-atlantica», sottolinea il premier. A corollario di tutto, c'è il richiamo di Conte alle forze politiche che sostengono il governo perché – e anche qui sembra di cogliere un riferimento critico al governo gialloverde – adottino un linguaggio «sobrio», improntato alla «mitezza» e a «non dissipare il tempo a disposizione in scontri e litigi». E tale sobrietà, il premier si augura «possa essere contagiosa e orientare positivamente i comportamenti dei cittadini, a iniziare dall'uso responsabile dei social-network, che non di rado diventano ricettacoli di espressioni ingiuriose e di aggressioni verbali».

In particolare Conte parla di una riforma fiscale che punti a ridurre le tasse attraverso «una graduale rimodulazione delle aliquote» nel rispetto del principio costituzionale della progressività. Obiettivo prioritario il taglio del cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori. E' questo il progetto per un fisco «trasparente» e «amico» dei contribuenti inserito nel programma di governo illustrato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Si prospetta quindi una riforma dell'Irpef che rimpiazzerà l'obiettivo della flat tax, cavallo di battaglia del precedente governo, e che sara' accompagnata da un taglio del cuneo fiscale. Una riforma basata sulla semplificazione della disciplina e sull'abbassamento della pressione fiscale con un riordino delle tax expenditures, la 'giunga' degli sgravi fiscali. "La crescita patrimoniale e dimensionale delle nostre imprese – ha sottolineato Conte – dovra' essere incoraggiata anche attraverso un'attenta politica fiscale, evitando che quest'ultima diventi disincentivante nei confronti delle imprese che assumono dimensioni più consistenti». Gli italiani, ha osservato il premier, «hanno il pieno diritto a confrontarsi con un fisco chiaro, trasparente, amico dei cittadini e delle imprese. Per questa ragione occorre perseguire una riforma fiscale che contempli la semplificazione della disciplina, una più efficace alleanza tra contribuenti e Amministrazione finanziaria». «L'obiettivo primario» del nuovo governo «è alleggerire la pressione fiscale, nel rispetto dei vincoli di equilibrio del quadro di finanza pubblica» con «una strategia molto chiara: tutti devono pagare le tasse, affinché tutti possano pagare meno». Il governo giallorosso punta a una riduzione delle tasse sul lavoro, a vantaggio dei lavoratori. Quindi l'operazione potrebbe assumere una fisionomia diversa rispetto a quello a cui puntava il M5s, ovvero una sforbiciata dei contributi a carico delle imprese. «Nella prospettiva di una graduale rimodulazione delle aliquote a sostegno dei redditi medi e bassi, in linea con il fondamentale principio costituzionale della progressività della tassazione, il nostro obiettivo prioritario – ha detto Conte -è ridurre le tasse sul lavoro, il cosiddetto 'cuneo fiscale', a totale vantaggio dei lavoratori».

Anche la parola 'innovazione' è grande protagonista, e viene ripetuta (e argomentata) per ben nove volte dal premier Giuseppe Conte nel suo discorso alla Camera. E' innanzitutto elemento fondamentale del «progetto riformatore» dell'azione del governo che, sottolinea il presidente del Consiglio, «mira a far rinascere il Paese nel segno dello sviluppo, dell'innovazione e dell'equità sociale». E non a caso il governo Conte bis avrà un ministero ad hoc. Un dicastero, spiega il premier in un passaggio del suo lungo intervento, «dedicato all'innovazione tecnologica e alla digitalizzazione, che aiuti le imprese, oltreché la medesima Pubblica Amministrazione, a trasformare l'Italia in una vera e propria Smart Nation». L'innovazione, sottolinea poco dopo Conte, «deve essere il motore che imprime una nuova spinta a tutti i settori dell'economia e della società». A partire proprio dalla Pa che, spiega, «dovrà essere alla testa di questo processo realizzando le infrastrutture materiali e immateriali necessarie». Una «rivoluzione dell'innovazione» che passa per l'identità digitale per tutti i cittadini «di qui a un anno» e per una infrastruttura di comunicazione a banda larga «nei prossimi anni» e che prevede «un rafforzamento degli investimenti per il fondo di venture capital» e una sollecitazione degli «investimenti privati nel campo della innovazione tecnologica». E ancora: una rivoluzione che non può realizzarsi «senza un'adeguata rete di infrastrutture tradizionali dei trasporti, delle reti dei servizi pubblici essenziali, senza un'attenta politica di difesa del territorio e dell'ambiente». Un'innovazione a 360 gradi, insomma, che investe tutti i settori e su cui si gioca la competitività del Paese. Per questo l'Italia, sottolinea ancora il premier, «dovrà essere laboratorio di innovazione, di opportunità, di idee, capace di offrire ai giovani solidi e convincenti motivi per rimanere, hic optime. Gli anni della globalizzazione – ragiona – ci hanno insegnato che solo il lavoro di qualità è una garanzia contro la povertà e l'insicurezza economica. Vogliamo perciò creare le condizioni affinché il tessuto del Paese sia forte e altamente produttivo e basi la sua capacità di 'stare sui mercati' non sul lavoro precario e a basso costo, ma sulla qualità e l'innovazione dei prodotti». Il modello di sviluppo che il governo vuole perseguire è quello di una «crescita integrale e inclusiva» e tra i punti di forza (una forza "che ci viene universalmente riconosciuta") c'è «un sistema industriale» con una «spiccata vocazione all'innovazione», che deve essere «adeguatamente sfruttata». Da qui la necessità di ridefinire «le regole del gioco» con un ministero dedicato. Ma l'innovazione che ha in mente il premier va oltre i confini nazionali. La nona volta che la menziona, Conte parla della Ue e di sfide globali: «E' essenziale migliorare le politiche e rafforzare gli strumenti e la governance economica dell'Unione europea per favorire la crescita, l'innovazione, la sostenibilità sociale e ambientale, la coesione interna e la competitività nel quadro delle sfide globali».

Ed è durato un'ora e 25 minuti il discorso programmatico che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha pronunciato nell'Aula della Camera in piedi tra i ministri dell'Interno, Luciana Lamorgese, e degli Esteri, Luigi Di Maio. Le sue parole sono state più volte sovrastate da applausi di M5s, Pd e Leu e contestate dall'opposizione. Circa una cinquantina di volte in tutto. I temi che hanno scaldato maggiormente gli animi dei deputati e hanno mostrato in maniera evidente la nuova composizione della maggioranza dell'Assemblea di Montecitorio sono stati: riforma fiscale e lotta all'evasione, taglio del cuneo fiscale. Brusii, pugni sui banchi e cori da stadio (al grido di «elezioni-elezioni», «poltrone-poltrone», «Bibbiano-Bibbiano») hanno interrotto più volte il premier e ha costretto all'intervento il presidente della Camera, Roberto Fico, che ha richiamato i deputati all'ordine: «Dobbiamo far concludere il presidente del Consiglio. Rispettiamo il luogo in cui siamo. E' la democrazia parlamentare». Quando Conte ha rivolto un saluto e un ringraziamento al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Lega e FdI non hanno applaudito al contrario di Pd, M5S e Leu, e di qualche deputato di Forza Italia. Brusio polemico in Aula, dai banchi della Lega in particolar modo, quando il presidente del Consiglio ha detto che con l'istituzione del nuovo ministero per l'Innovazione si vuole «portare l'Italia a essere una smart nation».

Apprezzati, dalla nuova maggioranza, gli interventi su riforma fiscale e lotta all'evasione, infortuni sul lavoro, riduzione del cuneo fiscale, politiche su scuola, famiglia, sanità, e quelle attive di genere, nonché quelle riguardanti i giovani. Sono riecheggiati forte e chiaro i fischi rivolti dai banchi di FdI e Lega che hanno intonato un coro «Ursula- Ursula» quando Conte parla di «Patria prima di tutto» e dice «no alle pressioni di poteri economici». Non sono stati unanimi gli apprezzamenti dai banchi di Montecitorio al passaggio del premier su migranti e sulla necessità dell'integrazione. Pd e Leu hanno applaudito, meno convinti quelli del M5s e forte contestazioni in particolare di Lega e FdI. Accolgono con favore i deputati pentastellati i passaggi del discorso del premier Conte su: revisione delle concessioni autostradali «senza sconti», no alle trivellazioni, acqua pubblica, valorizzazione dell'economia circolare e innovazione. Standing ovation della maggioranza, in Aula alla Camera, quando il premier definisce «ignobili» gli attacchi rivolti ai due ministri Teresa Bellanova e Paola De Micheli. Anche da parte di qualche deputato del centrodestra ci sono stati degli applausi.

Il discorso programmatico del premier Giuseppe Conte in Aula alla Camera dura così un'ora e mezza e traccia in 80 pagine la linea dell'azione di governo con un respiro di legislatura. «Sarò il garante e il primo responsabile» dell'agenda del nuovo Esecutivo, assicura il presidente del Consiglio promettendo una «stagione riformatrice». ORA UN LINGUAGGIO "MITE", ANCHE SUI SOCIAL – La parola d'ordine è recuperare «sobrietà e rigore» per rinnovare la fiducia «nelle istituzioni». La lingua del governo sarà «mite», consapevole che la forza dell'azione «non si misurerà con l'arroganza delle nostre parole», promette Conte che invita a «iniziare dall'uso responsabile dei social-network». MANOVRA, GIU' LE TASSE E LOTTA A EVASIONE – La prossima legge di bilancio sarà «impegnativa». Confermato lo stop all'Iva, il governo vuole ridurre il cuneo fiscale e punta a introdurre anche il salario minimo. Il nodo come sempre sono i fondi: «tutti devono pagare le tasse – dice Conte – affinché tutti possano pagare meno». UE, SI' A BILANCIO COMUNE E REVISIONE DEL PATTO STABILITA' – L'obiettivo è rafforzare gli strumenti e la governance economica dell'Unione europea, a partire dall'istituzione di un bilancio dell'area Ue. Occorre «migliorare il Patto di stabilità e di crescita, per semplificarne le regole». SCUOLA E FAMIGLIE IN CIMA ALL'AGENDA – Formazione di «qualità e servizi alle famiglie saranno le prime leve sulle quali agire. Il primo, immediato, intervento sarà sugli asili nido». DONNE, E' ORA DI PARITA' ANCHE IN BUSTA PAGA – Introdurre una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni è un obiettivo da «portare al termine al più presto». AUTONOMIA, SUD E I GIOVANI – Sì all'Autonomia differenziata ma senza «aggravare il divario fra il Nord e il Sud». Sul «piano interno la sfida è quella di ampliare la partecipazione al lavoro di giovani e donne, in particolare al Sud». CONCESSIONI E TRIVELLE, SI CAMBIA – Serve una revisione «inesorabile» del sistema. Per quanto riguarda quelle autostradali il premier assicura che «non ci saranno sconti per gli interessi privati». Stop con una norma ad hoc a nuove trivellazione per l'estrazione di idrocarburi. AMBIENTE E ACQUA – Il sistema produttivo dovrà aprire a «prassi socialmente responsabili» per «rendere efficace la transizione ecologica». Conte auspica che il Parlamento approvi «in tempi celeri una legge sull'acqua pubblica». INVESTIMENTI ANCHE IN DIGITALE E INFRASTRUTTURE – Per la «rivoluzione dell'innovazione» occorre «un'adeguata rete di infrastrutture tradizionali». Per questo va ravvivata «la dinamica degli investimenti», anche attraverso l'istituzione di una banca pubblica. Avanti poi con l'identità digitale: fornirla a tutti entro un anno è l'obiettivo del governo. OK AL TAGLIO PARLAMENTARI MA ANCHE L.ELETTORALE – Conte assicura che il governo chiederà di «inserire nel primo calendario utile della Camera» il ddl costituzionale per la riduzione del numero degli eletti. Ma si tratta di un passo da affiancare alla riforme elettorale. Per il premier va favorito «l'accesso democratico alle formazioni minori». RIFORMARE GIUSTIZIA E CSM – La giustizia civile, penale e tributaria vanno riformate. Si' anche alla riforma del metodo di elezione dei membri del Csm. SICUREZZA, GOVERNO PRONTO A RISCRIVERE DECRETI – Il governo rivedrà gli ultimi due provvedimenti alla luce delle osservazioni critiche formulate dal Presidente della Repubblica. STAMPA, IL PLURALISMO VA DIFESO – Questo Governo sarà anche particolarmente sensibile alla «promozione del pluralismo dell'informazione», dice Conte.

 

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