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Lampedusa/ Papa: «È una vergogna»

Papa Francesco
Scritto da vocealta

Papa FrancescoDi fronte «alle numerose vittime dell’ennesimo tragico naufragio avvenuto oggi al largo di Lampedusa … mi viene la parola ‘vergogna’…è una vergogna!».

Lo ha dichiarato Papa Francesco durante l’udienza oggi in Vaticano ai partecipanti all’incontro promosso del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, nel 50° anniversario della enciclica “Pacem in terris”, promulgata dal Beato Giovanni XXIII l’11 aprile 1963.

«Preghiamo insieme Dio – ha detto il Papa – per chi ha perso la vita, uomini, donne, bambini, per i familiari e per tutti i profughi. Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie! Solo una decisa collaborazione di tutti può aiutare a prevenirle». Il Papa ha espresso il suo «grande dolore» per questa tragedia, ricollegandola alla questione «dell’inum ana crisi economica mondiale, che è un sintomo grave della mancanza di rispetto dell’uomo».

La Caritas italiana, intanto, attraverso una nota, si unisce alla preghiera e al cordoglio di Papa Francesco per il nuovo dramma dell’immigrazione avvenuto oggi a Lampedusa, dove un barcone è naufragato provocando oltre 90 morti e 250 dispersi. «Si tratta con molta probabilità – ricorda don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana – di persone che fuggono da contesti di guerra, rispetto ai quali abbiamo dei doveri internazionali di accoglienza. Se pensiamo a situazioni come quella del conflitto siriano, con milioni di rifugiati che cercano di salvare le proprie famiglie, anche fuggendo dai campi profughi, una domanda viene spontanea: perché l’Italia, come hanno già fatto altri Paesi, ad esempio la Germania, non apre dei corridoi umanitari per far arrivare in sicurezza queste persone, con le loro famiglie, invece di costringerli nei fatti a mettersi in mano dei trafficanti di uomini e a rischiare la propria vita in mare?».

Una delegazione di Caritas italiana sarà da lunedì proprio a Lampedusa, per un incontro con il vescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, e gli operatori della Caritas diocesana. E a pochi giorni da un’altra strage di migranti, quella di Scicli (Ragusa), Caritas italiana, insieme a tutte le Caritas diocesane, a partire da quelle più direttamente coinvolte come quella di Agrigento, rilancia il suo impegno sul territorio per l’accoglienza e l’accompagnamento dei profughi. Accanto a questo occorre però, precisa, «la consapevolezza che la questione immigrazione necessita di un approccio legislativo globale, anche a livello europeo»: «Gli strumenti internazionali per far arrivare in sicurezza i rifugiati sono infatti diversi, ma solo in pochissimi casi vengono utilizzati dagli Stati europei. Si va dal reinsediamento di rifugiati da un Paese di primo asilo, alle operazioni di trasferimento umanitario attivate nel contesto di emergenze umanitarie (i cosiddetti corridoi umanitari), all’uso flessibile dei visti e le procedure di ingresso protetto che consentono ad un cittadino di uno stato terzo di poter chiedere asilo già nel Paese di origine o di transito».

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