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Shoah/ Papa: «Ricordare la tragedia»

Papa Francesco
Scritto da vocealta

Papa FrancescoErano le 5.15 del mattino del 16 ottobre 1943, un sabato, quando le SS invasero le strade del ghetto di Roma e rastrellarono 1024 persone. Solo quindici uomini e una donna (Settimia Spizzichino) fecero ritorno a casa dal campo di sterminio di Auschwitz. Nessuno dei duecento bambini deportati è mai tornato.

Questo anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma, il settantesimo, acquista ancora maggiore forza in relazione alle polemiche sollevate dalle esequie di Erich Priebke, condannato all’ergastolo per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, che il 24 marzo 1944 costò la vita a 335 persone. Oggi è stato il giorno del ricordo: «Questa giornata ha un significato talmente evidente, di grande solidarietà con chi ha sofferto, con chi ha combattuto, con chi si è salvato e con chi è perito, ed è una giornata di grande coesione civile e istituzionale» ha affermato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, uscendo dalla Sinagoga di Roma dove si è recato per le celebrazioni. A proposito del disegno di legge che introduce il reato di negazionismo, il capo dello Stato ha così commentato: «Il merito del Parlamento italiano, anche dando un esempio ad altri Parlamenti, è aver approvato questa norma e sono convinto che sarà presto completato l’iter parlamentare. È un’affermazione importante di attaccamento ai principi di libertà e di tolleranza».

In un messaggio inviato agli ebrei di Roma, che si conclude con “Shalom”, Papa Francesco auspica invece che «il ricordo delle tragedie del passato divenga per tutti l’impegno ad aderire con tutta la nostra forza al futuro che Dio vuole per costruire per noi e con noi». «È nostro dovere – continua il pontefice nel messaggio al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni – tenere presente davanti ai nostri occhi il destino di quei deportati, percepire la loro paura, il loro dolore, la loro disperazione, per non dimenticarli, per mantenerli vivi, nel nostro ricordo e nella nostra preghiera, assieme alle loro famiglie, ai loro parenti e amici, che ne hanno pianto la perdita e sono rimasti sgomenti di fronte alla barbarie a cui può giungere l’essere umano». «L’Italia che ha partorito il fascismo ha il dovere di coltivare la memoria, per se stessa e per l’Europa» ha sottolineato inoltre nel corso della cerimonia il presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici. Oltre al Tempio Maggiore di Lungotevere de’ Cenci, uno dei luoghi chiave dalle celebrazioni è stata la Stazione Tiburtina, da cui il 18 ottobre del 1943 partirono i treni per Auschwitz con gli ebrei romani: nell’area del binario “1” della nuova stazione è stata ricollocata la targa che ricorda la deportazione degli ebrei romani.

«Quel 16 ottobre di 70 anni fa oltre mille persone videro le loro vite distrutte in poche ore, quando donne, uomini, bambini e neonati vennero strappati dalle loro case al Portico d’Ottavia e spogliati di ogni dignità da una logica aberrante che non troverà mai giustificazione» ha ricordato il sindaco di Roma Ignazio Marino nel corso della cerimonia, aggiungendo che «oggi il dovere delle istituzioni è quello di conservare con tutti gli strumenti possibili il ricordo. La collocazione di una targa è un piccolo gesto, ma è importante per la memoria collettiva, perché servirà anche da monito contro l’indifferenza di molti». «Queste targhe ci aiutano a ricordare cosa è successo 70 anni fa in questo luogo, anche quando ci fermiamo qui per pochi minuti esse fanno vivere un pezzo di memoria che è nostra» ha affermato invece il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

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